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“‘per molti borghi dell’appennino si parla solo di terremoto e abbandono, ma io ogni giorno vedo un’altra verita’: qui si rinasce; piano e con fatica, ma si rinasce davvero. si vive bene e con poco, senza stress, senza rumore e circondati dalla natura; si respira aria pulita; si mangia ‘vero’, grazie all’agricoltura locale e alle sue produzioni genuine; ci sono opportunita’ e possibilita’ per tutti coloro i quali hanno voglia di fare e di mettersi in gioco, soprattutto in agricoltura, turismo, artigianato ed edilizia’. si apre con queste parole una struggente lettera aperta firmata da katia D’APOSTOLO, giovane imprenditrice agricola di accumoli (ri), associata della copagri lazio”. lo rende noto un comunicato della copagri lazio, che cosi’ prosegue: “‘cerchiamo famiglie che vogliono cambiare vita, giovani che vogliono costruire, persone stanche della citta’ e della corsa infinita, uomini e donne pronti a vivere qui con noi, integrarsi e contribuire alla vita del paese. qui c’e’ spazio per idee, braccia, progetti e nuova energia’, scrive ancora l’imprenditrice reatina, in un toccante appello che si conclude con parole piene di speranza: ‘ripopoliamo la nostra terra, insieme!’. ‘nella lettera-appello, idealmente destinata a tutti i cittadini e ai politici del paese, sono racchiuse tutte le speranze che animano coloro i quali abitano le nostre aree interne e montane, nonche’ l’impegno quotidiano che la popolazione di queste zone mette in campo per farle rinascere; parliamo di terre la cui fondamentale importanza e’ intrinsecamente legata al contrasto dello spopolamento e del dissesto idrogeologico’, sottolinea il presidente della copagri lazio guido COLASANTI. ‘testimonianze come questa dimostrano quanto siano importanti le aree interne del belpaese, ma anche quanto ci sia ancora da fare per tutelare tutti coloro i quali queste terre le abitano’, prosegue COLASANTI, evidenziando che ‘nelle aree ingiustamente definite ‘svantaggiate’ insistono oltre 320mila imprese agricole, con una fortissima incidenza di aziende a conduzione femminile e giovanile, che apportano un contributo al valore aggiunto pari a circa tre volte e mezzo quello riscontrato nel resto del paese’.”.