VILLAGGIO COLDIRETTI BOLOGNA

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VILLAGGIO COLDIRETTI: LOLLOBRIGIDA, SEDE
AUTHORITY DOGANE EUROPEA SIA IN ITALIA

intervenendo al villaggio coldiretti di bologna il ministro dell’agricoltura francesco LOLLOBRIGIDA ha dichiarato che: “nel 1968, con l’unione doganale, le merci hanno iniziato a muoversi liberamente in europa. ma ora e’ il momento di armonizzare anche i controlli doganali. l’italia e’ il paese che controlla di piu’ e truffa di meno, grazie al lavoro straordinario delle nostre forze dell’ordine. per questo chiediamo che la futura authority europea abbia sede qui, in italia. e che nei porti del nord europa – come rotterdam – si adottino gli stessi standard di controllo che applichiamo nei nostri porti. chi ha pensato di ridurre la produzione europea per aumentare le importazioni ha sbagliato i conti, e in molti casi ne ha gia’ pagato le conseguenze. il governo, in questi anni, ha invertito la rotta”.

VILLAGGIO COLDIRETTI: PRANDINI, PROPOSTA AUTHORITY DOGANE IN ITALIA RISPONDE A NOSTRA PROPOSTA. GESMUNDO, GRAZIE AL GOVERNO

“la proposta di scegliere l’italia come sede dell’authority europea delle dogane risponde a una precisa richiesta di coldiretti ed e’ importante per segnare un cambio di passo nella gestione dei controlli e fermare lo scandalo dei porti colabrodo dove i prodotti agroalimentari extra ue passano indisturbati senza verifiche sul loro livello di sicurezza”. lo afferma coldiretti in un comunicato stampa che continua dicendo che: “soddisfazione per l’annuncio del ministro dell’agricoltura e della sovranita’ alimentare francesco LOLLOBRIGIDA al villaggio di bologna sulla necessita’ di armonizzare i controlli doganali. un’urgenza sollevata dalla coldiretti stessa nelle sue mobilitazioni contro le importazioni selvagge di cibo straniero che non rispetta le stesse regole produttive e di tutela di quello europeo. ‘non si puo’ imporre regole stringenti ai nostri produttori e poi aprire le frontiere a chi produce senza rispettarle, sottolinea il presidente della coldiretti ettore PRANDINI. oggi in europa solo il 3% dei prodotti importati viene controllato. e’ inaccettabile, se pensiamo al numero di verifiche che subiscono le nostre aziende e soprattutto non e’ pensabile che il nostro made in italy possa essere affossato dalla mancanza del concetto di reciprocita’. per questo il governo italiano ha chiesto che la futura authority europea dei controlli alimentari abbia sede in italia: e’ una questione di coerenza e di giustizia’. ‘ringraziamo il ministro dell’agricoltura LOLLOBRIGIDA che ha accolto una nostra richiesta, rispetto a un fenomeno che denunciamo da anni, perche’ siamo il paese che ne ha piu’ bisogno. non e’ pensabile che l’agricoltura piu’ distintiva e piu’ ricca di potenziale subisca attacchi che ne mettono costantemente a rischio il valore, dichiara il segretario generale di coldiretti vincenzo GESMUNDO. noi dobbiamo arrivare ad un controllo sui prodotti che arrivi al 100%, soprattutto su filiere che sappiamo essere gia’ compromesse all’origine’. l’assegnazione della sede dell’authority all’italia sarebbe la collocazione piu’ naturale, anche considerando i primati del paese nella sicurezza alimentare. i cibi e le bevande importati in italia sono 5 volte piu’ pericolosi di quelli made in italy con il numero di prodotti agroalimentari stranieri con la presenza di residui chimici irregolari che e’ stato pari al 2,6% rispetto ad appena lo 0,5% di quelli nazionali. ma se si considerano solo quelli di origine extraue la percentuale sale al 4,5% (fonte eu report on pesticide).”.

VILLAGGIO COLDIRETTI: RELAZIONE DEL SEGRETARIO
GENERALE VINCENZO GESMUNDO

un comunicato stampa rende noto che: “siamo qui oggi per una relazione puntuale, ma anche per introdurre un elemento di gioia e di comunita’. in effetti, stiamo festeggiando: la coldiretti porta a bologna l’espressione piu’ viva, piu’ autentica e piu’ sentita delle campagne italiane. e’ una festa, dunque, e qualcuno potrebbe domandarsi: in un momento cosi’ difficile per il paese, in una fase segnata da tensioni economiche e sociali, ha senso festeggiare? non ci stiamo forse nascondendo dietro un dito? la risposta e’ no. siamo qui a festeggiare per ricordare alle istituzioni del paese e ai cittadini dell’emilia-romagna e di tutta italia che la coldiretti e gli agricoltori italiani rappresentano ancora una parte vitale della nostra nazione. lo siamo anche dal punto di vista economico: non dimentichiamoci che intorno al settore primario ruotano circa 700 miliardi di pil all’anno e che il comparto garantisce occupazione a oltre 4 milioni di persone, includendo agricoltura, turismo, enogastronomia e tutte le attivita’ collegate. abbiamo quindi pieno titolo per parlare del ruolo centrale dell’agricoltura nell’economia del paese. ma rappresentiamo anche beni immateriali, valori di comunita’. come ha ricordato il professor PRODI, oggi tutti i partiti cercano di essere ‘partiti della prossimita”. ebbene, noi siamo il vero partito della prossimita’, perche’ non esiste vettore piu’ potente per essere vicini alle persone che produrre cibo, offrirlo e renderlo accessibile ai cittadini. siamo, inoltre, i custodi dei territori: gli agricoltori sono coloro che riescono a coniugare ambiente e attivita’ produttiva quotidiana. e questo non e’ un dettaglio da poco. tuttavia, bisogna riflettere anche su un altro aspetto: in europa molti sembrano aver dimenticato che cosa sia davvero l’agricoltura e chi siano i contadini. penso, ad esempio, a chi negli ultimi cinque anni – mi riferisco a frans TIMMERMANS – ha portato avanti politiche fortemente ideologiche, lontane dai bisogni reali dei cittadini e degli agricoltori europei. la piattaforma ‘green’ da lui promossa e’ diventata una gabbia ideologica, che ha finito per rappresentare i contadini come nemici dell’ambiente. una follia, come dimostrano le proteste che abbiamo visto in olanda e in molti altri paesi europei. e non possiamo non notare come anche la presidente della commissione europea, ursula VON DER LEYEN, sia oggi sempre piu’ concentrata su un modo di governare quasi autocratico, dimenticando spesso le esigenze dei cittadini europei. qualcuno potrebbe dire che la coldiretti lanci attacchi contro l’europa. voglio essere chiaro: non e’ cosi’. senza l’europa, l’agricoltura italiana non sarebbe quella che e’ oggi. siamo il paese con l’agricoltura a piu’ alto valore aggiunto per addetto al mondo, l’agricoltura della distintivita’, che collega territori e comunita’ offrendo cibo sano, perche’ il cibo malato genera malattie. oggi, qui con noi, abbiamo un importante rappresentante della ricerca scientifica italiana, il professor FRANCESCHI, di bologna, parte del team della fondazione aletheia, che si occupa di un tema per noi centrale: la qualita’ e la salubrita’ del cibo, la ‘fertilita” del cibo, come elemento di salute collettiva. e ricordiamo che i nemici del cibo italiano sono le grandi multinazionali dell’omologazione, contrarie alle nostre specificita’: alla mortadella fatta solo con suini italiani, al parmigiano reggiano, ai nostri oli di eccellenza. tutte le grandi famiglie politiche europee, da un punto di vista politico, si stanno progressivamente allontanando dalla centralita’ che hanno avuto per tanti anni. molte di queste famiglie sono oggi destinate a perdere rilevanza. crescono invece quelle che i giornalisti chiamano ‘populismi’, o piu’ in generale forme di democrazie autoritarie. vogliamo dire che l’europa oggi non ha piu’ un modello democratico forte da proporre? io ne sono poco convinto, ma se serve dirlo per compiacere la presidente VON DER LEYEN, diciamo pure cosi’. tuttavia, la verita’ e’ un’altra: queste derive non sono la causa della debolezza dell’europa, ma la conseguenza della crisi profonda che l’europa stessa sta vivendo. e se mi permettete, una parte della responsabilita’ ricade proprio sulla commissione europea. mai, nella storia dell’unione, il parlamento europeo e’ stato mortificato come lo e’ oggi. il professor prodi da presidente della commissione europea mai si sarebbe permesso di fare quello che sta facendo la VON DER LEYEN. e’ arrivata persino una lettera firmata da tutte le famiglie politiche, anche da quelle che sostengono la commissione, per chiedere alla presidente: ‘ma che cosa stai combinando?’. per un popolo come il nostro, che deve tanto all’europa, e’ doloroso dover pronunciare parole cosi’ critiche. noi amiamo l’europa, ma non riusciamo piu’ ad amare questa europa. e lo dico senza polemica: non credo che chi ha a cuore la storia e l’identita’ europea possa essere contento di cio’ che sta vedendo oggi. il vero problema e’ che stiamo scivolando verso una forma di autocrazia tecnocratica. pensate: un taglio del 25% dei fondi, che per l’italia significa circa 90 miliardi di euro decisi con un tratto di penna. la cosa piu’ grave e’ un’altra: la rinazionalizzazione dei fondi di coesione, che sono invece di competenza delle regioni. lo scopo vero, non dichiarato, e’ quello di riportare al centro non solo la gestione agricola, ma anche quella di tutti i settori produttivi. un processo che toglie autonomia, svuota il principio di solidarieta’ e allontana l’europa dai cittadini. come si fa, allora, ad amare un’europa cosi’? e’ difficile, quasi impossibile. io chiamo questo processo ‘ripensamento finanziario dell’europa a senso unico’: i paesi come l’italia sono invitati a spendere i loro fondi con regole rigide, mentre altri – come la germania – godono di margini molto piu’ ampi, con l’obiettivo di riconvertire la propria economia industriale. cosi’, pero’, non ci siamo. perche’ questa non e’ l’europa della cooperazione, ma un’europa che sta perdendo se’ stessa. non dimentichiamo che la germania, oggi, attraversa una crisi profonda. e non possiamo essere felici di questo, perche’ una parte importante della nostra economia e’ legata in modo indissolubile a quella tedesca. io ho sempre avuto grande rispetto per il popolo tedesco un popolo disciplinato, virtuoso, ma che, come la storia insegna, puo’ trasformare le proprie virtu’ in strumenti di rigidita’. il fatto che alle ultime elezioni abbiano votato in massa per forze radicali dovrebbe far riflettere anche la presidente VON DER LEYEN. ma sembra non preoccuparsene affatto: prosegue nella sua linea tecnocratica sempre sorridente mentre l’europa perde credibilita’ nel mondo. e infatti, di fronte alle grandi crisi internazionali – russia e ucraina, medio oriente – l’europa e’ irrilevante. non ha voce, non ha peso politico, non ha capacita’ di iniziativa. e questo ha un effetto anche sui nostri agricoltori: oggi sei o sette agricoltori su dieci non hanno piu’ fiducia nel futuro delle loro imprese. e quando viene meno la speranza, crolla tutto. per questo ringrazio anche PAPA FRANCESCO, che ci ha fatto riscoprire sant’agostino. sant’agostino ci ricorda che la speranza ha due figli legittimi: l’indignazione e il coraggio. l’indignazione per le cose che non vanno, e il coraggio di cambiarle. e io credo che oggi la coldiretti debba incarnare proprio questi due valori. perche’ la coldiretti non e’ piu’ soltanto un sindacato: e’ una forza sociale e politica, una rete che conosce le dinamiche geopolitiche, economiche e territoriali del paese. con le nostre strutture – penso al sistema dei consorzi agrari d’italia (cai) e al ruolo dell’ente nazionale per la meccanizzazione agricola (pf) – abbiamo ricostruito una grande infrastruttura che il paese aveva perduto dopo il crollo della federconsorzi. pensate a quello che e’ accaduto nel settore lattiero-caseario: abbiamo ceduto una storica azienda emiliana a una multinazionale francese, la lactalis, che l’ha comprata con 4 miliardi di liquidita’. e oggi quella stessa azienda influenza il prezzo del latte italiano. fortunatamente, grazie al sistema campagna amica, ai nostri mercati contadini e all’obbligo di indicare l’origine in etichetta, abbiamo ridato dignita’ a migliaia di produttori. oggi oltre 50.000 imprese agricole riescono a vendere direttamente, generando un fatturato complessivo di 5 miliardi di euro. siamo la quarta rete di distribuzione agroalimentare del paese. altro che multinazionali: abbiamo salvato migliaia di aziende che stavano per scomparire. e non e’ finita. oggi operiamo anche in 30 paesi africani, con progetti agricoli di cooperazione e sviluppo. non siamo li’ per speculare, ma per creare lavoro e relazioni sane, rispettando i territori. chi ci accusa di ‘delocalizzare’ non ha capito nulla: la coldiretti non e’ la cina, non e’ la francia, non e’ la russia. e’ l’italia che esporta modello agricolo, non sfruttamento. e permettetemi una riflessione finale: in italia entrano ogni anno tonnellate di grano provenienti da paesi dove si usa ancora il glifosato, una sostanza altamente cancerogena. e’ assurdo: in europa e’ vietato l’uso di questa molecola in fase di preraccolto, ma noi continuiamo a importare prodotti trattati con essa. le conseguenze? oggi, secondo gli studi scientifici, circa il 40% delle madri nel mondo occidentale presenta tracce di glifosato nel latte materno. e’ un dramma silenzioso che non possiamo ignorare. pensiamo, ad esempio, a quanto e’ accaduto negli stati uniti con la vicenda dei dazi. non parliamo di persone sprovvedute: molti americani sono grandi consumatori di prodotti che nascono dal lavoro dei nostri agricoltori. il parmigiano reggiano, in particolare, e’ uno dei simboli del nostro paese nel mondo. e lo stesso vale per la filiera lattiero-casearia del nord italia, che consente anche alle aree lombarde e venete di mantenere un equilibrio economico importante, garantendo ai nostri produttori un prezzo dignitoso per il loro lavoro. partendo da questi fatti, voglio dire che oggi – come stiamo facendo in tutte le regioni – vogliamo inaugurare un momento di riflessione. abbiamo bisogno di discutere di cio’ che accade in europa, di quello che accade in italia, e soprattutto del rapporto tra coldiretti e le regioni. perche’ se l’europa e’ sorda, non possono esserlo anche le istituzioni locali. e certamente non lo potra’ essere nei prossimi mesi una regione splendida come l’emilia-romagna, che tutti noi amiamo. coldiretti ha una cultura di governo, non una cultura di schieramento. e per questo oggi voglio rivolgermi al presidente della regione, una persona pragmatica, concreta, che parla poco ma agisce molto. dico a lui, e all’ottimo professore che lo affianca — che conosciamo e stimiamo dai tempi della precedente giunta regionale — che devono ascoltarci. abbiamo bisogno di un piccolo, ma decisivo, meccanismo di collaborazione, basato sul principio di sussidiarieta’ orizzontale. noi, con i nostri 12.000 dipendenti, possiamo istruire le pratiche, e la regione puo’ controllarle. in questo modo, garantendo anche piena responsabilita’ legale per eventuali errori, potremmo ridurre di due o tre anni i tempi di attesa per l’accesso ai fondi europei. perche’ un agricoltore che deve investire non puo’ aspettare sei anni per un finanziamento. in molte regioni d’italia e’ cosi’, e non possiamo piu’ permettercelo. per questo chiediamo alle amministrazioni regionali di credere in questo modello: un modello che non nasce solo dal principio di solidarieta’, ma anche da quello di sussidiarieta’, che e’ alla base del nostro pensiero e della nostra azione. e proprio qui, in emilia-romagna, abbiamo un grande tema aperto: la gestione dell’acqua. sono ormai cinque anni che chiediamo un progetto concreto, e so che il presidente lo aveva accolto con entusiasmo sin dall’inizio. forse non immaginava che si sarebbe dovuto occupare cosi’ tanto di risorse idriche, ma lo ha fatto, e di questo gli diamo atto. del resto, anche i grandi maestri della politica agricola del dopoguerra — penso a chi ha guidato le prime politiche sull’acqua — ci hanno insegnato che l’acqua e’ vita, ma anche energia. abbiamo davanti una grande opportunita’: la diga di vetto, un’opera strategica che potrebbe contenere centinaia di milioni di metri cubi d’acqua. una riserva che servirebbe non solo per l’irrigazione agricola, ma anche per la produzione di energia elettrica e la sicurezza idrica del territorio. e’ un progetto che puo’ cambiare il futuro di questa regione. e intanto, mentre noi discutiamo di dighe e infrastrutture, c’e’ chi pensa di risolvere la crisi idrica affittando cisterne d’acqua a livello europeo, come se fossimo un paese del deserto. e’ assurdo! non possiamo immaginare che i cittadini italiani debbano salire su un camion per andare a prendere l’acqua con le taniche. questa non puo’ essere l’italia del 2025! ecco perche’ la nostra mobilitazione verso le regioni non e’ solo simbolica: e’ una richiesta concreta di collaborazione e responsabilita’. mi auguro che la regione emilia-romagna faccia la sua parte, e sono certo che lo fara’. perche’ oggi tutti — istituzioni, partiti politici, cittadini — sanno che dietro ogni azione della coldiretti c’e’ un unico riferimento, un solo progetto e un solo ‘padrone’: i nostri soci, i nostri agricoltori.”.

VILLAGGIO COLDIRETTI: PRODI, ACQUA E RITORNO DELL’ORO DAGLI
STATI UNITI, LE VERE SFIDE PER IL FUTURO DELL’ITALIA

“‘resto un amico degli stati uniti ma con l’acqua e con l’oro non si sa mai: bisogna essere prudenti e preparati. lo dico da buon padre di famiglia, quando la situazione politica e’ ballerina come negli usa, bisognerebbe pensare a riportare l’oro in italia come ha fatto la francia. solo cosi’ potremo costruire davvero il nostro futuro’. cosi’ il professor romano PRODI intervenuto all’evento istituzionale di coldiretti a bologna dove e’ in corso il villaggio nazionale”. lo rende noto un comunicato di coldiretti che prosegue dicendo che: “l’ex presidente del consiglio e della commissione europea ha invitato a riflettere sul rapporto con gli stati uniti e sulla necessita’ per l’europa di rafforzare la propria autonomia: ‘in america del grande legame del dopoguerra e’ rimasta soprattutto l’amicizia, ma la politica americana oggi e’ molto ballerina, un giorno fa una cosa e il giorno dopo l’opposto. e’ per questo che dico che forse e’ tempo di riportare a casa le nostre competenze: l’europa deve essere in grado di camminare con le proprie gambe’. rispondendo al segretario generale vincenzo GESMUNDO che aveva posto il tema dell’acqua e degli invasi con produzione elettrica, PRODI ha risposto: ‘l’acqua sara’ una delle questioni piu’ cruciali dei prossimi anni. ne avremo sempre piu’ bisogno e dobbiamo essere pronti ad affrontare le emergenze. pensate alla diga in romagna che e’ stata osteggiata per venticinque anni, ma se non l’avessero costruita i danni sarebbero stati enormi. queste opere, spesso contestate, rappresentano invece il nostro futuro. bisogna saperle progettare e difendere, perche’ l’acqua diventera’ come l’oro: una risorsa strategica’, conclude PRODI.”.

VILLAGGIO CONTADINO BOLOGNA: COLDIRETTI, 97% CIBI EXTRA UE ENTRA SENZA CONTROLLI, SERVE DIFENDERE SALUTE CITTADINI E IMPRESE

“con 97 prodotti alimentari stranieri su 100 che entrano nell’ue senza alcun controllo, approfittando di porti ‘colabrodo’ come rotterdam, occorre mettere in campo un sistema realmente efficace di controlli alle frontiere per tutelare la salute dei cittadini e difendere le imprese agroalimentari dalla concorrenza sleale che mette a rischio i record dell’agroalimentare nazionale. e’ l’appello lanciato da coldiretti nel corso dell’evento al villaggio contadino di bologna con la partecipazione, tra gli altri, del presidente coldiretti ettore PRANDINI e del segretario generale vincenzo GESMUNDO, di francesco LOLLOBRIGIDA, ministro dell’agricoltura, della sovranita’ alimentare e delle foreste, romano PRODI (presidente, fondazione per la collaborazione tra i popoli), fabrizio CURCIO, commissario straordinario di governo alla ricostruzione, michele DE PASCALE, presidente della regione emilia-romagna”. lo rende noto un comunicato di coldiretti che prosegue dicendo: “oggi in europa si stima che appena il 3% dei prodotti che arrivano dall’estero sia sottoposto a verifiche fisiche, ovvero tese a testarne la salubrita’, e non solo la documentazione allegata, con un sistema che lascia ai singoli stati membri il compito di decidere i controlli, creando inevitabili dinamiche al ribasso, con il paradosso che gli accordi commerciali avviati dalla commissione ue non prevedono il principio di reciprocita’, lasciando campo libero all’arrivo di prodotti che non rispettano le stesse regole imposte agli agricoltori italiani ed europei. un caso simbolo e’ quello dell’accordo con il mercosur. nei primi otto mesi del 2025 le importazioni in italia di prodotti agroalimentari dai paesi del blocco sudamericano sono aumentate in valore del 18%, secondo l’analisi coldiretti su dati istat, per un totale di 2,3 miliardi di euro, a fronte di esportazioni made in italy in sudamerica di circa 284 milioni di euro (-8%), secondo l’analisi coldiretti su dati istat.  un deficit della bilancia commerciale che l’accordo rischia di andare a peggiorare ulteriormente, aprendo la strada a tutta una serie di prodotti, dalla carne bovina a quella di pollo, fino a miele e riso, che metterebbero in difficolta’ le filiere locali. si tratta di un danno rilevante per le imprese agroalimentari italiane ed europee, con potenziali rischi anche per la salute dei consumatori. basti pensare all’uso nei paesi sudamericani degli antibiotici e di altre sostanze come promotori della crescita negli allevamenti, o al massiccio uso di pesticidi vietati da anni in europa. particolarmente rilevanti sono gli allarmi relativi alla presenza irregolare di pesticidi perche’ i pesticidi segnalati spesso non sono piu’ ammessi nell’ue, oppure superiori ai limiti massimi consentiti (mlr) nell’unione, come evidenziato dall’esposizione allestita dalla coldiretti in occasione del villaggio. problemi non di poco conto se si pensa che l’accordo premiera’ con il dazio zero l’arrivo in europa di centinaia di milioni di chili di carne di manzo, di maiale e di pollo, oltre a riso, miele, zucchero, che andranno a sommarsi alle quantita’ che gia’ vengono importate dal sudamerica. nel caso del pollo, si arrivera’ a circa il 10% del consumo europeo di questo tipo di carne. peraltro il 90% dei prodotti del sudamerica entra in europa solo attraverso lo scalo di rotterdam, anche quando la logistica non lo giustificherebbe. il motivo e’ probabilmente che nel porto olandese c’e’ una totale inadeguatezza dei controlli e passa di tutto. ‘non siamo contrari per principio agli accordi di libero scambio, poiche’ la nostra sfida nei prossimi anni deve esser quella dell’internazionalizzazione, ma non possiamo tutelare il settore agroalimentare se non siamo in grado di far valere il principio di reciprocita’. l’intesa col mercosur e’ stata pensata 18 anni fa ma da allora e’ cambiato il mondo e l’agricoltura ha assunto un ruolo sempre piu’ strategico. e’ assurdo che sia l’unico settore che rischiamo di non difendere’ ha sottolineato il presidente della coldiretti ettore PRANDINI. ‘se non sara’ corretto l’accordo ha un effetto potenzialmente devastante. in primo luogo, perche’ parte della produzione europea, soprattutto quella delle piccole imprese, viene rimpiazzata da prodotti con standard ambientali e sociali enormemente inferiori. esportiamo inquinamento dove le regole sono piu’ ‘leggere’ per reimportarlo nel piatto. in secondo luogo, perche’ rinunciamo ai servizi che l`agricoltura europea quotidianamente restituisce ai cittadini in termini di presidio ambientale, sociale e civico. derubricare ‘l`eccezionalismo agricolo’ a merce di scambio, ha queste conseguenze’ ha rilevato il segretario generale della coldiretti vincenzo GESMUNDO. a mettere a rischio i record dell’agroalimentare nazionale ci sono anche le guerre commerciali, a partire dai dazi usa. nei mesi iniziali di applicazione delle tariffe aggiuntive, il settore agroalimentare italiano ha gia’ subito impatti evidenti. nonostante a settembre il dato aggregato di tutti i settori segnasse una crescita del 34% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, principalmente sostenuta dal comparto della navigazione marittima, la situazione dell’agroalimentare resta complessa da interpretare. le prime rilevazioni eurostat sul vino mostrano a settembre una diminuzione del 18%, comunque meno drastica rispetto al -30% registrato in agosto. proprio agosto, il primo mese con il nuovo dazio del 15%, ha visto forti crolli per quasi tutti i prodotti alimentari italiani negli stati uniti: dai trasformati di pomodoro (-36%) all’olio extravergine d’oliva (-62%), secondo l’analisi coldiretti su dati eurostat. la pasta ha subi’to una contrazione del 21%, mentre il calo per i formaggi italiani si e’ limitato al 12%, comparto che in precedenza aveva mostrato risultati positivi in controtendenza rispetto agli altri. oltre alle perdite economiche, il pericolo e’ che un calo delle vendite di cibo made in italy apra la strada a una ulteriore proliferazione del mercato dei falsi, gia’ particolarmente fiorente negli states, come evidenziato dall’esposizione allestita in occasione del villaggio con alcuni dei prodotti italiani tarocchi in vendita sul mercato a stelle e strisce. gli usa si piazzano in testa alla classifica dei maggiori taroccatori con una produzione di italian sounding che ha superato i 40 miliardi in valore e che vede come prodotto di punta i formaggi. un fenomeno che potrebbe trovare una ulteriore spinta dall’eventuale imposizione di dazi sull’agroalimentare made in italy, a partire dai formaggi, che erano gia’ stati colpiti dall’aumento tariffario del 25% deciso da TRUMP nel suo primo mandato. l’aumento dei prezzi degli “originali” potrebbe portare i consumatori americani a indirizzarsi su altri beni piu’ a buon mercato, proprio a partire dai cosiddetti ‘italian fake’. secondo l’analisi della coldiretti su dati usda, il dipartimento di stato dell’agricoltura statunitense si producono negli stati uniti 222 milioni di chili di parmesan, 170 milioni di chili di provolone, 23 milioni di chili di pecorino romano oltre a quasi 40 milioni di chili di formaggi italian style di altro tipo, come il friulano. senza dimenticare gli oltre 2 miliardi di chili di mozzarella, che portano il totale dell’ ‘italian cheese’ a quasi 2,7 miliardi di chili.”.

VILLAGGIO COLDIRETTI: DE CASTRO, SU FONDO UNICO IL 12
NOVEMBRE ASPETTIAMO SEGNALE CHIARO DA VON DER LEYEN

“sul fondo unico siamo al momento decisivo. il 12 novembre a bruxelles, in plenaria con VON DER LEYEN ci aspettiamo un segnale chiaro dalla commissione europea. no alla rinazionalizzazione delle politiche agricole e di coesione l’europa scelga di essere alleata di chi produce. il futuro si coltiva, non si improvvisa”, lo ha dichiarato in occasione del villaggio coldiretti paolo DE CASTRO presidente di nomisma.

VILLAGGIO COLDIRETTI: CURCIO, GLI AGRICOLTORI SONO SEMPRE
IN PRIMA LINEA IN TUTTE LE EMERGENZE DEL PAESE

“‘gli agricoltori sono sempre presenti in tutte le emergenze che colpiscono il nostro territorio nazionale. pensiamo a cosa significa mettere insieme piu’ di un milione di aziende agricole in un paese dove il 94% del territorio e’ a rischio idrogeologico e il 40% a rischio sismico. e’ evidente che ogni evento emergenziale coinvolge direttamente il mondo agricolo’. lo ha dichiarato fabrizio CURCIO, commissario di governo alla ricostruzione, intervenendo oggi all’evento istituzionale di coldiretti a bologna dove e’ in corso il villaggio nazionale”. lo rende noto un comunicato coldiretti che continua dicendo: “CURCIO ha sottolineato come l’agricoltura, anche nei momenti piu’ difficili, ‘riesca a esprimere un altissimo livello di solidarieta”. tuttavia, ha aggiunto, ‘le difficolta’ non finiscono con l’emergenza: oggi, nello stesso periodo dell’anno, ci troviamo ad affrontare zone con eccesso d’acqua e altre colpite da incendi o siccita’ estrema. e’ un tema che ci coinvolge profondamente’. sul fronte della ricostruzione, CURCIO ha ricordato che ‘si sta dando concreta attuazione al decreto-legge approvato a luglio, che offrira’ risposte reali anche al settore agricolo, semplificando le procedure e migliorando l’accesso ai contributi’. il commissario di governo alla ricostruzione ha poi evidenziato la necessita’ di una strategia condivisa tra governo, struttura commissariale e regioni — in particolare emilia-romagna, toscana e marche — ‘per garantire rapidita’ e snellimento amministrativo’. ‘un esempio concreto – ha spiegato CURCIO – e’ quello della rendicontazione: i costi sostenuti dalle aziende agricole devono poter essere ristorati in modo chiaro e veloce dai fondi nazionali, evitando iter troppo complessi’. nel suo intervento, CURCIO ha inoltre ringraziato ‘tutti coloro che, a livello tecnico e amministrativo, lavorano ogni giorno per risolvere criticita’ e accelerare i tempi di risposta’ e conclude dicendo che: ‘dobbiamo partire da una piena consapevolezza delle norme e delle differenze tra i territori. le imprese agricole non sono tutte uguali, e le soluzioni devono tener conto di questa diversita’. solo cosi’ potremo garantire un sostegno concreto e costruire insieme la migliore prospettiva possibile per il nostro paese’.

COLDIRETTI E FONDAZIONE ‘UNA NESSUNA CENTOMILA’
INSIEME CONTRO VIOLENZA SULLE DONNE

“presentato il progetto libeera, la prima birra da filiera agricola tutta al femminile, simbolo di rispetto, liberta’ e rinascita unire la forza dei territori al cambiamento culturale per dire basta alla violenza sulle donne. e’ l’obiettivo del protocollo d’intesa siglato da coldiretti e dalla fondazione una nessuna centomila, che da’ vita a un’alleanza strategica tra il mondo agricolo e quello della cultura e dell’impegno sociale. l’accordo, firmato oggi a bologna tra la presidente della fondazione una nessuna centomila giulia MINOLI e il presidente nazionale di coldiretti ettore PRANDINI al villaggio nazionale di coldiretti, segna l’avvio di un percorso comune che attraversera’ citta’, campagne, scuole, mercati e comunita’, mettendo al centro le donne, le loro storie, i loro diritti e la loro dignita’”. lo rende noto un comunicato di coldiretti che cosi’ prosegue: “il protocollo prevede azioni congiunte di sensibilizzazione, educazione e inserimento lavorativo rivolte a donne vittime di violenza, con il coinvolgimento di tutte le articolazioni del sistema coldiretti: donne coldiretti, fondazione campagna amica, terranostra, filiera agricola italiana e consorzio birra italiana. le due realta’ si impegnano a promuovere iniziative pubbliche di informazione e sensibilizzazione sul tema della violenza di genere nei territori; coinvolgere giovani e scuole in percorsi di educazione al rispetto e all’affettivita’; realizzare progetti di autonomia economica e reinserimento lavorativo per le donne sopravvissute a situazioni di violenza, attraverso le imprese agricole e sociali; sostenere la rete dei centri antiviolenza e le campagne di raccolta fondi della fondazione”. “questa alleanza nasce dalla consapevolezza che il contrasto alla violenza di genere non puo’ essere delegato a pochi, ma deve diventare una responsabilita’ condivisa, diffusa, quotidiana – dichiara MINOLI -. in coldiretti abbiamo trovato un interlocutore attento, concreto, radicato nei territori e capace di agire con determinazione e sensibilita’. e’ un’unione che da’ valore alla terra e alla cultura, al lavoro e alla cura, alla parola e all’azione”. “coldiretti mette in campo la forza delle sue imprese, la capillarita’ della sua rete e il valore della sua comunita’ per costruire, insieme alla fondazione una nessuna centomila, un percorso di cambiamento reale, fondato su educazione, lavoro e dignita’ – dichiarano il segretario generale e il presidente di coldiretti, vincenzo GESMUNDO e PRANDINI -. questa alleanza nasce dalla volonta’ di affrontare una grave emergenza sociale: la violenza contro le donne. e’ un impegno che coinvolge tutte le articolazioni del nostro sistema, da donne coldiretti alla fondazione campagna amica e terranostra, fino ai mercati, alle aziende e alle scuole. un’azione corale, che affonda le radici nella nostra identita’: essere presidio attivo nei territori, promuovere opportunita’ di autonomia e sostenere una cultura del rispetto e della responsabilita’. coldiretti e’ da sempre amica del paese, vicina alle persone e alle fragilita’. con questo progetto vogliamo dare un contributo concreto alla liberta’ femminile, al fianco di chi, come una nessuna centomila, ogni giorno costruisce, con coraggio e dignita’, una societa’ piu’ giusta e inclusiva”. “dal protocollo – continua il comunicato – nasce il primo progetto concreto: ‘libeera’ una birra interamente realizzata da una filiera agricola tutta al femminile, con il supporto del consorzio birra italiana, della filiera agricola italiana e della fondazione campagna amica. il nome ‘libeera’ nasce dal gioco di parole tra ‘libera’ e ‘beer’, evocando l’idea di una liberta’ che si coltiva e si condivide, sorso dopo sorso. una birra che parla anche agli uomini, e che trasforma un gesto quotidiano in un messaggio di rispetto e consapevolezza. ogni fase della produzione, dalla coltivazione alla trasformazione, e’ firmata da imprenditrici agricole italiane che hanno unito competenze e creativita’ per dar vita a libeera, una birra bionda, fresca e leggera, ispirata allo stile saison. una birra unica, nata da una ricetta pensata e costruita insieme da imprenditrici agricole italiane legate al consorzio birra italiana: un lavoro corale in cui ognuna ha messo competenze, creativita’ e identita’ territoriale. ogni ingrediente racconta una storia e un territorio, in una filiera tutta al femminile che valorizza tradizione e innovazione. dalla segale coltivata da alessia PARISATTO (valle del masero – veneto), al luppolo prodotto da michela NATI (il giardino delle luppole – emilia-romagna) e da federica ed elisa TOSO (birrificio 2 sorelle – piemonte), fino ai malti selezionati: pils e monaco, lavorati dalle stesse sorelle TOSO, e il malto di frumento puro senatore cappelli di cecilia FARCHIONI (malteria italiana artigianale – umbria). completano la ricetta il farro di emanuela LAURENZI (birra alta quota – lazio), la scorza d’arancia di chiara ZECCA (birra salento – puglia) e il coriandolo di carmela DE LORENZO (birrificio agricolo serrocroce – campania). il progetto si avvale del supporto tecnico di ersilia D’AMICO (birrificio del vulture – basilicata) affiancata da giovanna MERLONI (ibeer – marche), cristiana PICHINI (cane nero – toscana), marta PINNA (brass – sardegna) e chiara TARANA (birra turris – emilia romagna). il progetto si fonda su tre pilastri: sociale, con una parte del ricavato destinata al sostegno dei centri antiviolenza e dei percorsi di reinserimento lavorativo; culturale, con la promozione di una narrazione nuova e positiva della forza femminile; imprenditoriale, con la valorizzazione del ruolo delle donne nella filiera agricola italiana. l’etichetta diventa parte integrante del messaggio: su ogni bottiglia sono riportati il numero 1522, il qr code per le donazioni alla fondazione una nessuna centomila e una breve sintesi del progetto. il design, essenziale e di forte impatto visivo, combina i toni dell’oro e del magenta, colori simbolo di liberta’ e rinascita, con la sagoma stilizzata di una donna che si libera da una gabbia, in un gesto di forza e speranza. a ogni bottiglia venduta, 20 centesimi vengono donati dalla filiera delle donne della birra alla fondazione una nessuna centomila a sostegno dei centri antiviolenza e ai percorsi di reinserimento lavorativo delle donne vittime di violenza, rendendo ogni acquisto un atto concreto di solidarieta’”. “questa birra non e’ solo il frutto di una filiera agricola tutta al femminile, ma il simbolo concreto dell’impegno collettivo che da sempre contraddistingue coldiretti, che unisce qualita’, identita’ e responsabilita’ sociale – dichiara mariafrancesca SERRA, presidente donne coldiretti -. con questa iniziativa rafforziamo un percorso gia’ tracciato da donne coldiretti, che da anni e’ accanto alle donne vittime di violenza attraverso progetti concreti di accoglienza, formazione e reinserimento sociale. ne sono esempio le fattorie della tenerezza, aziende agricole sociali che diventano luoghi di cura e rinascita; la campagna #coltiviamoilrispetto, che trasforma i mercati in spazi di consapevolezza; i progetti formativi come ‘lavoro e liberta”, che offrono strumenti per ricostruirsi un futuro dignitoso e indipendente. questa birra racconta tutto questo: un’economia che include, una filiera che sostiene, un’agricoltura che si fa alleata dei diritti. un prodotto che e’ anche un messaggio: la liberta’ femminile si coltiva ogni giorno, insieme”.

AL VILLAGGIO COLDIRETTI DI BOLOGNA PREMIAZIONE
OSCAR GREEN EMILIA-ROMAGNA 2025

“alla merenda mediterranea per dire addio al junk food nelle scuole al podcast che racconta la realta’ dell’agricoltura, fino alla produzione di energia rinnovabile in alta montagna e ai tulipani che fioriscono sui social. sono alcune delle esperienze premiate oggi a palazzo re enzo, a bologna, in occasione della cerimonia regionale di oscar green emilia romagna 2025, il concorso promosso da coldiretti giovani impresa per valorizzare l’innovazione, la creativita’ e la sostenibilita’ delle nuove generazioni di agricoltori”. lo rende noto un comuinicato di coldiretti emilia-romagna che cosi’ prosegue: “alla cerimonia, primo evento ufficiale del villaggio coldiretti, che ha aperto i battenti proprio oggi nel centro di bologna e che fino a domenica 9 novembre portera’ nel cuore della citta’ il meglio del made in italy agricolo, hanno preso parte il segretario generale di coldiretti, vincenzo GESMUNDO, l’assessore all’agricoltura, agroalimentare, caccia e pesca, regione emilia-romagna, alessio MAMMI, il sindaco di bologna, matteo LEPORE. assieme a loro anche alfonso PECORARO SCANIO, presidente della fondazione univerde, cesare TRIPPELLA, director eu value chain & external engagement, philip morris italia, michele FALCE, responsabile sviluppo filiere agricole novamont massimiliano CATTOZZI, responsabile direzione agribusiness di intesa sanpaolo, vinicio mose’ vigilante, ad di gse. presenti anche i presidenti e i direttori delle federazioni provinciali di coldiretti regionale, oltre a enrico PARISI, delegato nazionale coldiretti giovani impresa e alessandro ZANARDI, suo omologo regionale. a fare gli onori di casa i presidente di coldiretti emilia romagna, luca COTTI e il direttore regionale, marco ALLARIA OLIVIERI. le conclusioni sono state affidate all’intervento del presidente nazionale di coldiretti, ettore PRANDINI”. “oscar green – ha detto ZANARDI – premia non solo la capacita’ di fare impresa, ma anche quella di costruire relazioni, diffondere cultura e restituire valore al territorio. i giovani agricoltori emiliano-romagnoli dimostrano ogni anno che il futuro del settore passa da creativita’, passione e competenza”. “i giovani premiati con gli oscar green incarnano la nuova energia delle campagne emiliano-romagnole”, ha aggiunto ALLARIA OLIVIERI. “il programma di sviluppo rurale 2014-2022 – ha continuato – ha consentito l’insediamento di un numero significativo di nuovi imprenditori agricoli. in totale, sono stati 2.226 i giovani agricoltori neo insediati in emilia-romagna grazie agli aiuti concessi tramite il riconoscimento di un premio per il primo insediamento. l’eta’ media dei giovani conduttori neo-insediati e’ di 29 anni”. “coldiretti emilia romagna – ha concluso ALLARIA OLIVIERI – rappresenta circa il 50% di tutte le domande di primo insediamento giovani e investimenti per giovani”. e’ una grande soddisfazione per bologna – sottolinea valentina BORGHI, presidente di coldiretti bologna – vedere tre aziende del nostro territorio tra i protagonisti regionali di oscar green. il loro lavoro dimostra che innovazione e tradizione possono convivere, che l’agricoltura e’ cultura e formazione, e che investire sui giovani significa costruire un futuro sostenibile per tutti. dalle scuole ai laboratori didattici fino alle filiere di qualita’, questi progetti raccontano l’anima piu’ autentica del nostro territorio e l’importanza della dieta mediterranea come stile di vita e di comunita’”.

VILLAGGIO COLDIRETTI: A BOLOGNA
IL TORTELLINO DA GUINNESS

“nella giornata mondiale del guinness dei primati arriva al villaggio coldiretti di bologna il tortellino piu’ piccolo del mondo, realizzato dai cuochi contadini”. lo rende noto un comunicato della coldiretti, che cosi’ prosegue: “grande poco meno di 5 millimetri, pesa sui 0,03 grammi ma contiene comunque un ripieno, preparato secondo la ricetta tradizionale che prevede l’uso di lombo di maiale arrostito, prosciutto crudo, mortadella di bologna, parmigiano reggiano grattugiato, uova, noce moscata, sale e pepe. in una delle citta’ simbolo del buon cibo italiano, il tortellino da guinness vuole rappresentare i primati dell’agroalimentare nazionale che nel corso degli anni ha saputo conquistare sempre nuovi record, non a caso al centro del grande villaggio organizzato d coldiretti nel capoluogo emiliano. record spinti dall’agricoltura la piu’ green d’europa, uno straordinario patrimonio enogastronomico segnato da distintivita’ e biodiversita’ che e’ anche alla base di una filiera allargata che vale oltre 707 miliardi di euro e rappresenta la prima ricchezza del paese. la superficie agricola utilizzata ammonta a 12,5 milioni di ettari, pari al 42% del territorio nazionale. in altre parole, quasi la meta’ dell’italia e’ gestita dagli agricoltori. le imprese agricole registrate sono 730mila, con 1,1 milioni di occupati l’agricoltura italiana e’ al primo posto in ue per valore generato per ettaro, quasi 3000 euro, il doppio rispetto alla francia e i 2/3 in piu’ dei tedeschi. l’italia ha la leadership anche della qualita’ – rileva coldiretti – con 331 specialita’ dop/igp/stg riconosciute, 529 vini dop/igp, 5547 prodotti alimentari tradizionali e campagna amica: la piu’ ampia rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori. primato europeo anche per il biologico, con 84mila aziende agricole attive sul territorio nazionale. va forte anche l’export. secondo l’analisi coldiretti su dati istat, le esportazioni agroalimentari made in italy hanno raggiunto nel 2024 il record storico di 69,1 miliardi di euro, con la germania che resta il principale sbocco dei prodotti agroalimentari italiani, davanti a francia, stati uniti, gran bretagna e spagna. il prodotto italiano piu’ esportato e’ il vino davanti all’ortofrutta fresca e a quella trasformata, poi formaggi e pasta”.

LAVORO: COLDIRETTI, AUMENTANO GIOVANI
OCCUPATI NEI CAMPI +18% NEL 2025

“aumentano i giovani al lavoro nei campi, con un incremento del 18% nel secondo trimestre del 2025 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, evidenziando un ritorno degli under 35 in agricoltura dove le tradizionali mansioni si integrano sempre piu’ spesso con nuove forme legate alla diffusione della digitalizzazione e della multifunzionalita’. e’ quanto emerge da una analisi della coldiretti su dati istat diffusa in occasione della consegna dei premi oscar green regionali che ha inaugurato il grande villaggio contadino di bologna, alla presenza, tra gli altri, del presidente della coldiretti ettore PRANDINI e del segretario generale vincenzo GESMUNDO”. lo rende noto un comunicato della coldiretti, che cosi’ prosegue: “l’aumento degli occupati dipendenti under 35 in agricoltura, saliti a 122mila unita’, va in controtendenza rispetto al dato generale che vede un calo del 2% dei giovani in tutti i settori, dall’industria ai servizi. alle tradizionali attivita’ di gestione delle attivita’, di raccolta e di allevamento si stanno affiancando nuove figure professionali che vanno da quelle ‘multifunzionali’ a quelle ad alta specializzazione tecnologica, capaci di supportare le imprese nella digitalizzazione della propria azienda, sfruttando le nuove opportunita’ offerte dall’agricoltura 4.0. tra le prime si registra una domanda per profili che vanno dal trattorista al taglialegna fino al potatore, ma anche per quelle innovative all’interno dell’impresa agricola come l’addetto alla vendita diretta di prodotti tipici, alla macellazione, alla vinificazione o alla produzione di yogurt e formaggi. tra le seconde, alcuni esempi sono il data analyst agricolo che analizza i dati provenienti da sensori e macchine per ottimizzare operazioni e rese. lo specialista in agricoltura di precisione utilizza gps, satelliti e sensori per gestire le colture riducendo gli sprechi. il prompt manager agronomico professionista supporta le imprese nell’uso dell’intelligenza artificiale per prevedere condizioni, ottimizzare risorse e migliorare la produttivita’. sono rilevanti anche lo specialista in sistemi iot, che coordina dispositivi connessi, e l’esperto in blockchain per l’agricoltura, garante di trasparenza e sicurezza nelle filiere. il consulente per l’innovazione agricola promuove l’adozione di tecnologie e pratiche sostenibili, mentre il consulente per la sostenibilita’ agricola aiuta a ridurre l’impatto ambientale. il dronista svolge un ruolo essenziale nelle mappature e nella concimazione aerea. il consulente per le energie rinnovabili sviluppa soluzioni come l’agrivoltaico e il biogas. infine, il project manager filiere progetta sistemi di tracciabilita’ e sostenibilita’ lungo tutta la catena produttiva. a completare il quadro emergono gli specialisti in biotecnologie agricole, cruciali per lo sviluppo di varieta’ vegetali piu’ resistenti attraverso le tecnologie di evoluzione assistita (tea). non e’ un caso se per il 73% l’agricoltura e’ oggi capace di creare tante opportunita’ per i giovani, secondo il rapporto 2025 coldiretti/censis, una convinzione spinta dalla consapevolezza che il modello delle tipicita’ locali e lo sviluppo di filiere del cibo nei territori sono in grado di generare sviluppo e occupazione di qualita’ e, anche, di promuovere sostenibilita’ e rispetto di ambiente e qualita’ del vivere sociale. la punta piu’ avanzata dalla digitalizzazione dei campi e’ rappresentata peraltro proprio dalle giovani imprese. non a caso – sottolinea coldiretti – secondo l’ultimo rapporto della rete rurale nazionale la produttivita’ media per superficie delle imprese giovanili italiane e’ pari a 4500 euro per ettaro, doppia rispetto a quella europea e francese, ma e’ superiore anche a quella della germania e soprattutto della spagna, grazie alla maggiore specializzazione in coltivazioni ad elevato valore aggiunto. secondo un’analisi coldiretti su dati centro studi divulga, sono circa 50mila le aziende under 35 al lavoro nelle campagne italiane. in valore assoluto le regioni con il maggior numero di imprese agricole giovanili sono la sicilia (6.100 aziende), la puglia (5.000 aziende) e la campania (4.800 aziende). una presenza importante che viene pero’ messa a dura prova dai troppi ostacoli che impediscono o rallentano l’ingresso e la continuita’ nella gestione delle imprese agricole: la mancanza di accesso al credito, la burocrazia, la carenza di infrastrutture e il limitato accesso alla terra. ‘i segnali positivi e la tenacia mostrata dai giovani agricoltori devono spingere l’europa ad allentare ulteriormente la morsa di una burocrazia che frena gli insediamenti agricoli, specie per le nuove aziende, e che ha un ‘costo’ in termini di investimenti psicologici e di risorse umane tale da limitare e condizionare il desiderio di fare impresa. non e’ piu’ accettabile che le nostre aziende siano vessate da una normativa esasperata e spesso incomprensibile’, ha sottolineato il segretario generale di coldiretti vincenzo GESMUNDO. ‘i giovani agricoltori italiani stanno dimostrando come l’innovazione e la passione possano fare la differenza in un settore spesso considerato tradizionale. sono sempre piu’ impegnati in coltivazioni innovative e applicano tecniche avanzate come l’agricoltura di precisione. dobbiamo sostenere queste nuove generazioni, offrendo loro prospettive di reddito e condizioni eque nelle filiere’, ha rilevato il presidente della coldiretti ettore PRANDINI. ‘nonostante le numerose difficolta’, i giovani agricoltori italiani si confermano come i piu’ resistenti all’interno del complesso scenario dell’imprenditoria giovanile e cio’ rappresenta una base di partenza fondamentale per affrontare e vincere la sfida del ricambio generazionale’, ha ricordato il delegato nazionale dei giovani coldiretti enrico PARISI”.

GESMUNDO (COLDIRETTI), LEGGE ORIENTAMENTO HA RESTITUITO
DIGNITA’ E LIBERTA’ AGLI AGRICOLTORI

“‘la legge di orientamento ha rivoluzionato in modo profondo l’agricoltura italiana. un tempo eravamo considerati semplici produttori di materia prima per l’industria, oggi siamo gli artefici del cibo, riconoscibili con il nostro volto e la nostra azienda dietro ogni prodotto. la legge di orientamento ha consentito agli agricoltori di diventare protagonisti dell’economia reale, valorizzando il loro ingegno e aprendo le aziende a nuove attivita’: dall’accoglienza all’educazione, fino ai servizi sociali. e’ stato un salto di qualita’ straordinario per tutto il comparto, che ha trasformato l’impresa agricola in un presidio di innovazione, cultura e comunita”. e’ quanto ha affermato nel suo intervento il segretario generale di coldiretti, vincenzo GESMUNDO, agli oscar green, l’appuntamento di apertura del villaggio nazionale di coldiretti al via a bologna fino a domenica 9″. lo rende noto un comunicato della coldiretti, che cosi’ prosegue: “‘una festa – ha aggiunto GESMUNDO – che celebra la vitalita’ sociale ed economica dell’agricoltura italiana, forza viva e trainante per il futuro del paese’. sul piano economico, il segretario di coldiretti ha ribadito la necessita’ di tutelare il vero made in italy e di garantire trasparenza ai consumatori. ‘la legge sull’etichettatura obbligatoria – ha ricordato – e’ un’altra conquista che ci permette di difendere la qualita’ e l’origine dei nostri prodotti. ma l’europa e’ ancora in ritardo sul principio di reciprocita’: le stesse regole sanitarie e ambientali che valgono per chi produce in italia devono valere anche per chi esporta verso l’unione europea. non e’ accettabile che i nostri produttori subiscano la concorrenza sleale di chi utilizza sostanze vietate o pratiche non sostenibili’. il segretario generale ha richiamato, in particolare, il caso del grano canadese trattato con glifosato, che penalizza i produttori italiani: ‘il nostro grano duro, base della vera pasta italiana, e’ vittima di importazioni da paesi dove si usano sostanze vietate da noi. in italia il glifosato e’ proibito in preraccolta, altrove viene distribuito a tonnellate: e’ un’ingiustizia che mina il futuro della nostra agricoltura e la sicurezza alimentare dei cittadini’. ‘l’agricoltura italiana – ha concluso GESMUNDO – e’ la prima al mondo per valore per ettaro e per qualita’ dei prodotti. questo lo dobbiamo anche all’europa, ma non a quella burocratica e distante di oggi. vogliamo tornare all’europa dei valori, della solidarieta’ e del lavoro’.”.

PRANDINI, SERVONO RISORSE PER SOSTENERE INNOVAZIONE
NEI CAMPI SOPRATTUTTO A FAVORE DEI GIOVANI

“servono risorse per accompagnare l’evoluzione tecnologica all’interno delle nostre imprese e di cui i giovani rappresentano la punta piu’ avanzata”. lo ha dichiarato il presidente della coldiretti ettore PRANDINI nel suo intervento alla cerimonia di consegna degli oscar green regionale al villaggio contadino in corso a bologna fino a domenica 9. lo rende noto un comunicato stampa della confederazione. “l’aumento del 18% di giovani occupati in agricoltura nell’ultimo anno – ha proseguito – e’ importante perche’ si collega in modo sempre piu’ evidente anche all’aspetto di carattere tecnologico che riguarda la gestione dei dati, l’utilizzo dei droni, tutto cio’ che puo’ connettere la sensoristica, i satelliti, le informazioni digitali”. PRANDINI si e’ soffermato sull’importanza dei contadini dicendo che “di agricoltori ne ha bisogno il mondo ma ne ha bisogno soprattutto l’italia visto che oggi noi siamo il settore in termini economici che ha creato una tenuta di carattere sociale. se riusciremo a sostenere una giusta redditivita’ al lavoro dei nostri giovani sono convinto che di record e di numeri ne potremo garantire sempre di piu’ in termini di crescita economica, sociale e occupazionale”. ma c’e’ anche un’altra innovazione che coldiretti sta portando avanti e che riguarda anch’essa le giovani generazioni: “parlo dell’educazione alimentare – ha concluso PRANDINI – a partire dalle scuole, dove stiamo cercando di rompere un meccanismo dove le aste per la fornitura di cibo nelle mense pubbliche premia costantemente chi offre il cibo che costa meno. noi dobbiamo premiare chi porta un cibo distintivo e di qualita’, garantendone l’accesso a tutti”.

AVIS E COLDIRETTI FIRMANO PROTOCOLLO D’INTESA
PER PROMUOVERE SALUTE E SOLIDARIETA’

“firmato un protocollo d’intesa tra avis (associazione volontari italiani del sangue) e coldiretti, che impegna le due organizzazioni in una serie di azioni comuni su tutto il territorio nazionale per promuovere la cultura della salute e dell’alimentazione consapevole”. lo rende noto un comunicato della coldiretti, che cosi’ prosegue: “l’accordo nasce con l’obiettivo di valorizzare la capillarita’ e la forza delle rispettive reti associative, capaci di raggiungere milioni di cittadini in ogni angolo d’italia. le iniziative previste spaziano dalle giornate del dono organizzate nelle comunita’ rurali e nei mercati agricoli di campagna amica, alle campagne di comunicazione e informazione sui temi legati alla donazione, della prevenzione e della sana alimentazione, fino ai progetti educativi nelle scuole e nelle universita’ agricole per sensibilizzare le nuove generazioni su salute, corretti stili di vita e solidarieta’. non mancheranno inoltre momenti di presenza congiunta in occasione di grandi eventi nazionali come il villaggio coldiretti, dove il pubblico potra’ incontrare volontari, produttori e testimoni del valore del dono. per coldiretti e campagna amica, questo protocollo rappresenta un passaggio di grande valore, perche’ riconferma il ruolo dei mercati contadini come luoghi non solo di spesa consapevole, ma anche di aggregazione, partecipazione e cittadinanza attiva. spazi dove il cibo diventa un linguaggio di comunita’ e dove si puo’ fare informazione e sensibilizzazione su temi fondamentali come quello della donazione del sangue. ‘siamo due grandi organizzazioni fortemente radicate nel territorio e accomunate da una lunga tradizione di impegno civico e attenzione alle comunita’ – ha evidenziato il presidente di avis nazionale oscar BIANCHI – grazie a questo protocollo potremo favorire una sempre maggiore diffusione della cittadinanza attiva e degli stili di vita sani, basati su un’alimentazione equilibrata e sulla prevenzione’. ‘con questo accordo – sottolinea ettore PRANDINI, presidente di coldiretti – vogliamo ribadire che il nostro impegno va oltre il cibo: i mercati di campagna amica sono sempre piu’ luoghi di relazione e di responsabilita’ condivisa, dove si promuovono i valori della salute, della solidarieta’ e del rispetto reciproco. la collaborazione con avis dimostra che agricoltura e volontariato possono unire le forze per il bene comune, rafforzando il senso di comunita’ che ci appartiene’.”. era presente alla firma del protocollo il ministro della cultura, alessandro GIULI, che ha dichiarato: “coldiretti e’ un modello di sviluppo e di rapporto comunitario che migliora il nostro ‘sangue’, inteso come espressione della nostra coscienza civile. avis e’ il naturale interlocutore di questo modello, perche’ rappresenta il condensatore e il catalizzatore del nostro modo di abitare il paesaggio e la terra con consapevolezza. per questo era naturale che i cammini di coldiretti e di avis si intrecciassero”.