MASAF ANNUNCIA RAGGIUNTO ACCORDO SU PREZZO DEL LATTE CON ASSOCIAZIONI FILIERA LATTIERO-CASEARIA – TUTTI I COMMENTI

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“al masaf le associazioni rappresentative della filiera lattiero-casearia hanno raggiunto un accordo sul prezzo del latte frutto della prosecuzione dei lavori della scorsa settimana grazie all’intervento di mediazione del ministro LOLLOBRIGIDA e alla responsabilita’ delle parti. il masaf, come sempre per quanto di sua competenza, assicura il suo sostegno alla filiera attraverso plurime misure come il bando indigenti, con campagne di comunicazione dedicate, ma soprattutto affiancando le imprese nell’incessante lavoro di internazionalizzazione e di promozione dei prodotti lattiero-caseari in italia e all’estero”, informa un comunicato del ministero dell’agricoltura.

LATTE: COLDIRETTI, INTESA SUL PREZZO FONDAMENTALE
PER DARE PROSPETTIVE ALLE STALLE

“il raggiungimento di un’intesa sul prezzo e’ fondamentale per dare prospettive alle stalle e raggiungere l’obiettivo di non lasciare a terra neppure un litro di latte, dopo le incertezze delle ultime settimane che rischiavano di compromettere il futuro di un settore cardine del made in italy a tavola. e’ il commento di coldiretti all’intesa raggiunta al tavolo latte convocato dal ministro dell’agricoltura, della sovranita’ alimentare e delle foreste, francesco LOLLOBRIGIDA , a cui va il ringraziamento dell’organizzazione cosi’ come all’industria lattiero casearia per il senso di responsabilita’ dimostrato”. lo rende noto un comunicato della coldiretti.

LATTE: ALLEANZA COOPERATIVE AGROALIMENTARI,
BENE RAGGIUNGIMENTO ACCORDO SUL PREZZO

“si e’ tenuto ieri a roma, alla presenza del ministro della sovranita’ alimentare dell’agricoltura e delle foreste, onorevole francesco LOLLOBRIGIDA , il tavolo latte per analizzare la grave situazione che si e’ venuta a creare nel settore lattiero caseario”. lo rende noto un comunicato dell’alleanza delle cooperative agroalimentari, che cosi’ prosegue: “al tavolo erano presenti le rappresentanze agricole e delle cooperative con le rappresentanze dell’industria lattiero casearia. a conclusione dell’incontro, il ministro si e’ impegnato a sostenere il settore con maggiori investimenti per promuovere il consumo dei prodotti lattiero caseari sui mercati nazionali ed esteri. le parti hanno identificato un percorso per i primi tre mesi del 2026 per ottenere un riequilibrio dell’offerta sulle stesse quantita’ del primo trimestre 2025. il meccanismo per la definizione del prezzo sara’ attraverso una indicizzazione con una differenziazione per le quantita’ eccedenti quelle del primo trimestre 2025 sulla base delle quotazioni della commissione camerale di milano, lodi monza e brianza. le parti si sono impegnate a trovarsi regolarmente, gia’ a febbraio 2026, per valutare attentamente l’andamento del settore anche sollecitando il confronto comunitario sull’attivazione di misure di mercato”.

LATTE: FINI (CIA), ACCORDO SUL PREZZO NECESSARIO
ORA A LAVORO PER PATTO DI FILIERA

“l’accordo raggiunto sul prezzo del latte evidenzia la necessita’ di riportare equilibrio tra la domanda e l’offerta e alleggerisce il peso di una crisi che stava ricadendo completamente tutta sugli allevatori. in questo senso, il tavolo negoziale di ieri al masaf, con il ministro francesco LOLLOBRIGIDA , e’ un risultato positivo su cui continuare a costruire le migliori condizioni di lavoro per i nostri produttori”. lo afferma in un comunicato il presidente nazionale di cia-agricoltori italiani, cristiano FINI, esprimendo apprezzamento per l’approccio dimostrato da tutte le parti in causa, a tutela di un comparto strategico dell’agroalimentare nazionale. “nella battaglia di cia per il giusto prezzo e il rispetto degli impegni contrattuali – continua il comunicato – e’ dunque fondamentale che con il tavolo al ministero si sia, prima di tutto, evitata la disdetta dei contratti, convergendo su tre quote mese per mese: 54 euro al quintale a gennaio, 53 euro a febbraio e 52 euro a marzo. cosi’ come e’ positivo che per la gestione delle eccedenze il riferimento sia la borsa merci di milano”. “si e’ gestita l’emergenza ed era assolutamente necessario farlo – prosegue FINI -. e’ tempo pero’ di costruire un patto di filiera che tuteli la parte produttiva da dinamiche di mercato che stanno erodendo la redditivita’ delle aziende, aiutando anche a governare la futura sovrapproduzione. al settore lattiero-caseario occorre un modello piu’ equo, competitivo e sostenibile per il futuro che contempli anche misure di crisi a livello europeo, il rilancio dell’ocm latte, nuovi canali di sbocco per le eccedenze e a sostegno del consumo di latte italiano, una campagna istituzionale di promozione davvero forte ed efficace”.

LATTE: FORATTINI (PD), CRISI EVIDENTE PRESENTATA
INTERROGAZIONE A LOLLOBRIGIDA

“la crisi del latte e’ ormai evidente: crollo delle quotazioni, disdette contrattuali, latte libero senza collocazione e un rischio concreto di arrivare a razionamenti nei primi mesi del 2026. per questo abbiamo presentato un’interrogazione al ministro francesco LOLLOBRIGIDA , chiedendo quali iniziative urgenti intenda mettere in campo per sostenere l’intera filiera lattiero-casearia”. lo rende noto in un comunicato antonella FORATTINI, capogruppo pd nella commissione agricoltura della camera dei deputati. “forse il governo non si rende conto della gravita’ della situazione”, sottolinea FORATTINI, che cosi’ prosegue: “nei giorni scorsi avevamo infatti presentato anche un ordine del giorno – accolto dall’esecutivo con riformulazione – che impegnava a intervenire in modo strutturale per alleggerire il mercato. ma l’accoglimento ‘compatibilmente con le risorse di bilancio’ non basta e lo vediamo sul nuovo accordo sul prezzo del latte: il settore e’ sotto pressione oggi, e il prezzo concordato ieri (54 centesimi da gennaio, 53 a febbraio e 52 a marzo) puo’ tamponare nell’immediato, ma non affronta le cause profonde della crisi. la sovrapproduzione, la forte volatilita’ del latte spot, le disdette che mettono a rischio fino a 7 mila quintali al giorno, e un mercato internazionale destabilizzato dalla crescita delle produzioni in stati uniti, nuova zelanda e nord europa impongono risposte vere e rapide. serve una governance della produzione, la tutela dei contratti e un monitoraggio serio degli indicatori di mercato. gli allevatori non possono essere lasciati soli di fronte a oscillazioni che mettono in discussione la sostenibilita’ economica delle stalle e la competitivita’ dell’industria di trasformazione, dal grana padano al burro. per questo chiediamo al governo di attivare immediatamente misure nazionali ed europee: strumenti di gestione dell’offerta, sostegni mirati all’internazionalizzazione, promozione dei consumi e una definizione trasparente e certificata dei costi di produzione. ogni ritardo avra’ conseguenze pesantissime sull’intero sistema lattiero-caseario italiano. ora servono responsabilita’, serieta’ e interventi immediati”.

LATTE: CIA PADOVA, GIU’ PREZZO A RISCHIO 400 ALLEVAMENTI
DELL’ALTA ACCORDO RAPPRESENTA SPIRAGLIO

“negli ultimi due mesi il prezzo del latte, ovvero quanto viene riconosciuto ai produttori, e’ passato da 68 centesimi, in media, al litro, agli attuali 48 centesimi”. lo rende noto un comunicato di cia padova, che cosi’ prosegue: “fra gli allevatori dell’alta, la zona tradizionalmente piu’ vocata della provincia, e’ di nuovo allarme rosso. come ai tempi del covid, quando il settore si e’ bloccato a motivo dello stop dell’horeca, sottolinea cia padova. quest’altalena di prezzi sta creando scompiglio in un comparto che solo da qualche tempo si stava riprendendo dagli effetti nefasti della pandemia. fra le motivazioni di questo crollo repentino (-30% in sessanta giorni), precisa cia padova. una produzione di latte in eccesso sia su scala europea che mondiale, consumi rallentati e importazioni che, di conseguenza, hanno spinto ancora piu’ in basso le quotazioni. in un quadro tanto complesso, l’accordo sul prezzo del latte raggiunto lunedi’ sera al tavolo fra il ministero dell’agricoltura e le associazioni di categoria rappresenta uno spiraglio: a gennaio, ai produttori, verranno corrisposti 54 centesimi al litro, a febbraio 53 centesimi, a marzo 52 centesimi. l’alta, per l’appunto, e’ l’area che sta risentendo maggiormente di tale ulteriore crisi. qui sono presenti quasi 400 allevamenti con vacche da latte ‘certificati’, per complessivi 50mila capi. il comune col piu’ alto numero di allevamenti e’ gazzo: 73, per complessivi 3.953 capi. a seguire san pietro in gu’ – 60 allevamenti, 4.133 capi – e piazzola sul brenta, 47 allevamenti, 1.266 capi. il fatturato annuo, a livello provinciale, supera gli 80 milioni di euro. tuttavia, questi scossoni potrebbero far rivedere al ribasso la stima dello stesso fatturato dell’anno in corso. ‘abbiamo raggiunto un punto di non ritorno – osserva il direttore di cia padova, maurizio ANTONINI – in queste condizioni i produttori rischiano di lavorare in perdita. gli allevamenti, peraltro, non sono come delle fabbriche, nella quali e’ possibile tagliare sui costi fissi per tentare di risparmiare’. ‘non chiudono mai, festivita’ comprese, le spese restano ingenti. se il trend non dovesse arrestarsi, tante attivita’ potrebbero addirittura venire dismesse’. come se non bastasse, ancora prima del tracollo gli allevatori avevano dovuto fronteggiare l’impennata del costo dell’erba medica, importante foraggio per il bestiame, apprezzato per l’elevato contenuto di proteine, vitamine, minerali e fibra. a causa dei cambiamenti climatici, con fasi di siccita’ alternate a nubifragi, in veneto ne e’ stata raccolta poca: un quintale costa 25 euro, quando il prezzo medio e’ di 18 euro al quintale. ‘storicamente la filiera del latte e’ molto impegnativa. questa batosta non ci voleva’. ‘continueremo a portare la questione nelle sedi opportune, ne va della sopravvivenza stessa del comparto’, conclude ANTONINI”.

LATTE: CONFAGRICOLTURA MANTOVA, BENE ACCORDO MA CON
SURPLUS PRODOTTO BISOGNA FAVORIRE LA DOMANDA

“‘l’accordo sul prezzo minimo del latte fresco, raggiunto ieri al ministero dell’agricoltura, e’ essenziale per la stabilizzazione – almeno nei prossimi tre mesi – di un settore che sta vivendo scossoni importanti e su cui c’e’, comunque, bisogno di mettere a terra soluzioni strutturali’, e’ l’opinione di manuel LUGLI, vice presidente di confagricoltura mantova e presidente sezione economica lattiero casearia”. lo rende noto un comunicato di confagricoltura mantova, che cosi’ prosegue: “il concordato firmato ieri e’ valido per i primi tre mesi del 2026 e fissa il prezzo minimo del latte fresco a 0,54 euro al litro a gennaio, 0,53 a febbraio e 0,52 a marzo. dopo di che si tornera’ a trattare. ‘e’ bene chiarire che l’accordo e’ positivo perche’ mette un argine, una soglia sotto cui non si dovrebbe andare, ma che la situazione resta preoccupante e ampiamente antieconomica per gli allevatori – prosegue LUGLI – per un’azienda agricola realizzare un litro di latte costa circa 50 centesimi al litro. si capisce, quindi, come il margine sia esiguo. chi non produce latte per le dop, dove i prezzi sono ben diversi, lavora quasi in pareggio. se si pensa che l’importo riconosciuto all’allevatore e’ nettamente meno del 30% della composizione del prezzo finale di un litro di latte fresco nel banco frigo del supermercato (pagato dal consumatore finale tra 1,5 e 2 euro), e’ chiaro come alla componente piu’ delicata del processo – quella rappresentata dall’allevatore che garantisce qualita’, salubrita’, benessere animale e rispetto ambientale – venga riconosciuto economicamente un ruolo iniquo’. servono, secondo confagricoltura mantova, misure urgenti anche per scongiurare l’aumento dell’importazione di latte estero, che abbasserebbe ulteriormente il prezzo del latte italiano al produttore. ‘riversare’ il surplus di latte per aumentare la produzione dei formaggi dop, che stanno gia’ registrando un aumento significativo di produzione negli ultimi mesi, non e’ una strada auspicabile. ‘non e’ percorribile – spiega LUGLI – aumentare eccessivamente la produzione di grana in questo momento, per la legge della domanda e dell’offerta, non farebbe altro che far crollare il prezzo del grana padano (gia’ in calo), con danno per tutta la filiera’. le soluzioni, per confagricoltura mantova, vanno cercate altrove: ragionare in termini di una programmazione ragionata della produzione tenendo conto di cio’ che il mercato puo’ assorbire ⁠favorire la domanda interna con aiuti agli indigenti e promozione nelle scuole, predisporre incentivi all’export e garantire un impegno significativo delle regioni, che possono intervenire con propri strumenti a partire dalle misure di sviluppo rurale”.