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“a belle-ile-en-mer, le vigne della rabbia” e’ il titlo di un articolo di benjamin KELTZ pubblicato da “le monde” in cui si racconta che l’enologo bertrand MALOSSI ha convinto il suo capo, il miliardario christian LATOUCHE, ad acquisire dodici ettari di terra nell’isola bretone belle-ile-en-mer per sviluppare una tenuta biologica chiamata “le vigne di kerdonis”. “in un momento di riscaldamento globale, il manager non e’ il primo a credere nel potenziale del vino bretone, finora inutilizzato. negli ultimi anni i tentativi si sono moltiplicati, suscitando entusiasmo nella regione”. invece, quando le prime piante sono state piantate su uno dei terreni di belle-ile, si sono levate voci di associazioni per denunciarne l’impatto economico e l’effetto di “gentrificazione” [trasformazione di una zona popolare in zona abitativa di pregio, con conseguente cambiamento della composizione sociale e dei prezzi delle abitazioni] dell’isola. una petizione on line pubblicata l’11 maggio, intitolata “no alla privatizzazione della costa selvaggia di belle-ile-en-mer”, ha raccolto oltre 38mila firme, ovvero sette volte il numero di abitanti di questa roccia vulcanica lunga diciassette chilometri e larga nove.