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chrys SMITH, editorialista di “the times”, torna sulla strategia alimentare nazionale che henry DIMBLEBY, uomo d’affari e scrittore di cucina britannico co-fondatore di leon restaurants e della sustainable restaurant association, ha presentato al governo, e che – scrive SMITH – “rappresenta niente di meno che disfare un settore che si e’ consolidato nei decenni, cambiare abitudini alimentari secolari e formare gusti che si sono evoluti nel corso di milleni”. “in un rapporto di 290 pagine – prosegue SMITH – egli fa14 raccomandazioni per smetterla con i danni che il sistema alimentare sta facendo “ai nostri corpi e al nostro ecosistema”. cio’ costera’ 1,4 miliardi di sterline l’anno ma potrebbe ripagarsi da se’ e potrebbe produrre benefici a lungo termine del valore di 126 miliardi di sterline, stima SMITH. DIMBLEBY argomenta che la pandemia di coronavirus, in cui l’essere obesi e non in buone condizioni di salute ha aumentato il rischio di decesso, ha mostrato la necessita’ agire su quattro fronti: rompere “la catena del cibo spazzatura”, introducendo tra l’altro una tassa sullo zucchero e il sale per uso industriale; “ridurre la disuguaglianza alimentare”, che fa si’ che l’obesita’ colpisca prevalentemente le classi piu’ indigenti; “rinaturalizzare le campagne e scegliere l’agricoltura a bassa intensita’”, introducendo un “modello a tre compartimenti” per l’agricoltura. parte dei terreni continuerebbero ad essere utilizzati per l’agricoltura intensiva, ma usando metodi hi-tech come l’intelligenza artificiale e i robot per aumentare l’efficienza piuttosto che i pesticidi; il quinto meno produttivo della superficie agricolo dovrebbe servire per scopi folkloristici o tornare alla natura; “trovare alternative alla carne”, obiettivo per il quale propone di creare un fondo da 500 milioni di sterline.