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per l’inizio del g20 e’ confluita questa mattina nel capoluogo toscano una marea di giovani contadini che si sono dati appuntamento in piazza santa croce per l’avvio della protesta contro il furto e la distruzione di terra fertile. i giovani hanno rivolto un appello ai grandi del mondo per la difesa del lavoro agricolo siglato insieme ai colleghi dei paesi piu’ avanzati nei diversi continenti. sul posto tra trattori, balle di fieno, campanacci, vanghe e prodotti tipici anche il presidente della coldiretti ettore PRANDINI e la delegata dei giovani veronica BARBATI. la delegata dei giovani ha annunciato che “proprio per suggerire strategie e politiche efficaci con un dialogo aperto con i governi nazionali, le istituzioni internazionali e il settore privato nasce la prima rete tra le organizzazioni di giovani agricoltori a livello globale”, nel sottolineare che “l’italia puo’ contare su un esercito di quasi 60mila giovani impegnati a difendere e custodire le campagne, il numero piu’ elevato a livello europeo”. “per proteggere la terra e i cittadini che vi vivono, l’italia deve difendere il patrimonio agricolo e la disponibilita’ di terra fertile puntando a una forma di sovranita’ alimentare con i progetti del pnrr”, ha affermato il presidente PRANDINI, nel sottolineare che “occorre anche accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo, ancora ferma in senato, che potrebbe dotare l’italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio”. “per combattere le speculazioni e tutelare i terreni agricoli i giovani della coldiretti hanno anche lanciato la petizione contro i pannelli solari mangia suolo per combattere il rischio idrogeologico di fronte ai cambiamenti climatici e spingere il fotovoltaico pulito ed ecosostenibile sui tetti di stalle, cascine, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole con il via alla raccolta firme” ha fatto sapere BARBATI. le nuove generazioni – sottolinea la coldiretti – rischiano di pagare piu’ di altre il prezzo dei cambiamenti climatici, delle speculazioni sulla terra e del land grabbing ossia la corsa all’accaparramento di terre e produzioni agricole da parte dei paesi piu’ ricchi favorito dalla pandemia covid. una situazione che motiva la protesta dei giovani agricoltori con cartelli sui quali si leggono appelli in italiano e in inglese: “no farmers no party”, “non rompeteci i meloni”, “mangia locale, pensa globale”, “stop consumo di suolo”, “no land no food”, ma anche “save the planet, eat local”, “farmers feed the planet”, “dalla parte della terra….sempre!”, “stop landgrabbing”, “tenete i piedi per terra”, “scendete dal pero” e anche un cartello con “ne abbiamo le balle piene” con l’immagine di grandi balle di fieno. “nello spazio di una sola generazione l’italia ha perso piu’ di un terreno agricolo su quattro seguendo un modello di sviluppo sbagliato che ha causato la scomparsa del 28% delle campagne che storicamente rappresentano l’immagine del belpaese nel mondo insieme alle citta’ d’arte e garantiscono la sovranita’ alimentare del paese in un momento difficile per l’emergenza covid”, afferma la coldiretti. “le speculazioni sulla terra spingono il caro prezzi delle materie prime agricole a livello internazionali con rincari del 32% rispetto allo scorso anno secondo l’ultimo indice della fao di agosto”, afferma la coldiretti sulla base di una propria analisi nel corso della mobilitazione dei giovani. “a tirare la volata sono i cereali con una crescita del 44% ma aumentano anche carne, latte e zucchero per effetto delle manovre finanziarie sul cibo che stanno ‘giocando’ senza regole sui prezzi delle materie prime agricole dove hanno provocato una grande volatilita’ impedendo la programmazione e la sicurezza degli approvvigionamenti in molti paesi”, sottolinea la coldiretti, che prosegue: “con la pandemia da covid si e’ aperto uno scenario di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti, speculazioni e incertezza per gli effetti dei cambiamenti climatici che spinge la corsa dei singoli stati ai beni essenziali per garantire l’alimentazione delle popolazione”. “l’accaparramento di terreni fertili da parte dei paesi ricchi ma anche la tendenza a potenziare le riserve interne per il timore di nuove chiusure a causa della pandemia hanno innescato un cortocircuito che pesa sulle quotazioni delle produzioni sui mercati mondiali”, spiega la coldiretti, nel sottolineare che “il risultato e’ che sono saliti a oltre 93 milioni gli ettari di terra coltivata nel mondo sottratti ai contadini dalle nazioni avanzate e dalle multinazionali per speculazioni e attivita’ non agricole che stravolgono produzioni secolari e sistemi socio economici locali; il cosiddetto land grabbing”. “in cima alla graduatoria dei paesi che si sono accaparrati nel mondo piu’ terre la cina (14 milioni di ettari), seguita da canada (11 milioni di ettari), stati uniti (10 milioni di ettari), gran bretagna (9 milioni di ettari), svizzera (8 milioni di ettari), singapore (5 milioni di ettari), spagna (4 milioni di ettari), belgio (4 milioni di ettari), giappone (4 milioni di ettari) e india (2 milioni di ettari) secondo l’analisi della coldiretti sull’ultimo rapporto focsiv sul fenomeno”, evidenzia la coldiretti, nel precisare che “sul totale delle terra oggetto di land grabbing quasi un terzo (31 milioni di ettari) e’ concentrato in sud america, altrettanto in africa (30,5 milioni di ettari) e a seguire europa orientale (19,5 milioni di ettari), asia (9 milioni di ettari) e oceania (3,4 milioni)”. . “mentre la pandemia covid ha evidenziato la strategicita’ della produzione alimentare, ‘disponibilita’ limitata di terra, informazioni asimmetriche e prezzi elevati impediscono ai giovani di acquistare i terreni’ per questo bisogna ‘prevenire l’uso non agricolo dei suoli e definire l’agricoltura come un servizio pubblico’; il tutto mentre molti paesi – ricorda l’appello dei giovani agricoltori del g20 – stanno vivendo condizioni estreme, come incendi, siccita’, inondazioni e gelate eccezionali per il cambiamento climatico che colpisce anche la disponibilita’ di acqua, la biodiversita’ e la fertilita’ del suolo, mettendo cosi’ a rischio la qualita’ e la sicurezza alimentare”, riporta la coldiretti, che prosegue: “i giovani agricoltori svolgono un ruolo chiave nella lotta ai cambiamenti climatici. per questo – continuano i giovani agricoltori del g20 – i governi, insieme al settore privato, dovrebbero sostenere la ricerca e sviluppare strumenti economici per gestire gli impatti del cambiamento climatico sull’agricoltura, come assicurazioni, indennizzi, prestiti agevolati per la ricostruzione, finanziamenti per nuove tecnologie, per garantire un reddito dignitoso alle nuove generazioni. la pandemia covid – dicono i giovani agricoltori del g20 – ha messo in luce diverse difficolta’ nelle aree rurali, soprattutto a causa del divario digitale e delle infrastrutture che sono ormai fattori chiave per l’attivita’ agroalimentare. i giovani agricoltori sono in prima linea nella ricerca e nell’adozione di tecnologie innovative per contrastare e adattarsi ai cambiamenti climatici. grazie all’agricoltura – ricordano i giovani – le emissioni di carbonio sono compensate dalle capacita’ delle coltivazioni di catturare e immagazzinare tali emissioni la pandemia – affermano i giovani agricoltori del g20 – ha accorciato la distanza tra l’agricoltore e i consumatori con lo sviluppo dei farmers market e ora ci si aspetta che i governi rafforzino questa tendenza sostenendo il ricambio generazionale nel settore agricolo e nell’intera filiera agroalimentare. durante il lockdown l’agricoltura e’ stata concepita come attivita’ essenziale e strategica, indispensabile per garantire l’accesso a cibo. per questo e’ fondamentale rendere la filiera agroalimentare equamente remunerativa dall’agricoltore al consumatore passando per tutti i lavoratori e la logistica. questa iniquita’ deve essere superata al piu’ presto con i contratti di filiera in cui il prezzo pagato agli agricoltori non puo’ mai essere inferiore ai costi di produzione. e’ fondamentale – evidenziano i giovani agricoltori del g20 – sviluppare un modello di filiera agroalimentare che garantisca in modo universale l’accesso ad un cibo sano, equo e culturalmente adeguato”. “secondo i giovani agricoltori di tutto il mondo serve una campagna di comunicazione internazionale per sottolineare il ruolo positivo dell’agricoltura nel garantire la sicurezza alimentare, combattere i cambiamenti climatici, proteggere i territori e la biodiversita’, consentire occupazione e reddito e combattere le fake news sulla produzione alimentare, cosi’ come evitare di demonizzare intere filiere senza basi scientifiche”, conclude la coldiretti.