COLDIRETTI, 56,3% AZIENDE TEME IMPATTO CONTAGI

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“la risalita dei contagi rappresenta un fattore di rischio sulla crescita nei primi tre mesi del 2022 per il 56,3 % delle imprese dei diversi comparti, con circa 10 milioni di italiani a casa perche’ positivi al covid o hanno avuto contatti a rischio e sono in quarantena oppure si trovano in smart working”, afferma la coldiretti in riferimento “all’indagine condotta dalla banca d’italia presso le imprese italiane dell’industria e dei servizi con almeno 50 addetti”, precisa la coldiretti. “una situazione di difficolta’ che pesa particolarmente sui prodotti deperibili come quelli dell’agroalimentare dove le forniture sono a ciclo continuo e coinvolgono dalla coltivazione alla logistica, dall’industria alla distribuzione commerciale fino alla ristorazione”, sottolinea la coldiretti, nel rilevare che “proprio quest’ultimo settore registra il calo verticale dei consumi alimentari fuori casa in bar, ristoranti e pizzerie dove e’ anche precluso l’accesso a 5 milioni di italiani no vax che non si sono vaccinati e si trovano senza green pass rafforzato”. “una situazione difficile che si ripercuote sull’intera filiera con un impatto su industrie ed aziende agricole ed alimentari dopo che nel 2021 la spesa degli italiani nella ristorazione era risultata pari a circa 60 miliardi di euro, in calo di oltre 20 miliardi rispetto a prima della pandemia nel 2019, nonostante l’aumento rispetto allo scorso anno”, continua la coldiretti. “si rileva peraltro il boom delle consegne a domicilio favorito dal crescente numero di italiani in isolamento o in quarantena, senza dimenticare quanti organizzano pranzi e cene nelle case perche’ non dispongono di green pass rafforzato necessario per mangiare fuori”, afferma la coldiretti, che aggiunge: “una domanda che tuttavia non e’ sufficiente a coprire le perdite e sostenere i bilanci del settore”. “la situazione di difficolta’ non coinvolge solo le 360mila realta’ della ristorazione ma si fa sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare con disdette di ordini soprattutto nelle localita’ turistiche per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualita’ che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco”, evidenzia la coldiretti, nel precisare che “in alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato”. “il risultato e’ che sono mancati acquisti in cibi e bevande da parte della ristorazione per un valore di circa 5 miliardi rispetto a prima della pandemia che colpiscono ben 740mila aziende agricole e 70mila industrie alimentari presenti nella filiera agroalimentare”, conclude la coldiretti.