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“si chiama idroecologia ed e’ la scienza, deputata alla definizione dei nuovi parametri di deflusso ecologico, attorno ai quali anbi ha avviato da mesi un articolato confronto, che ha prodotto i primi frutti per evitare che una pedissequa applicazione della normativa, entrata in vigore dal 1° gennaio scorso, sconvolga gli equilibri economici ed ambientali, costruiti in vasti territori italiani nel corso dei secoli; in sintesi: parametri troppo stringenti, pur mirati al condiviso obbiettivo del benessere fluviale, prevedono di lasciare maggiori volumi d’acqua nell’alveo dei fiumi, privando il territorio di risorse idriche, indispensabili agli ecosistemi, all’agricoltura, alla produzione idroelettrica fino ad arrivare al turismo ed alla fruizione sociale”, afferma l’anbi. “il nostro, primo obbiettivo e’ rendere meno complesso ed oneroso il processo per l’ottenimento delle deroghe previste dalla normativa e che si ritiene saranno piu’ frequenti in questa fase interlocutoria”, precisa francesco VINCENZI, presidente di anbi. “conseguenza della direttiva quadro acque, adottata nell’ormai lontano 2000 dall’unione europea, la nuova normativa sul deflusso ecologico deve infatti ormai fare i conti con l’emergenza climatica, che ha trasformato l’andamento idrologico di numerosi corsi d’acqua italiani da ‘variabile’ ad ‘intermittente’, comportando cioe’ anche periodi di vera e propria ‘asciutta’”, spiega l’anbi. “e’ a partire da questa evidenza che l’azione di anbi, suffragata da proiezioni sperimentali, punta a valorizzare i cosiddetti servizi ecosistemici, cioe’ tutte le opportunita’ garantite dalla presenza d’acqua sul territorio e non solo nell’alveo dei fiumi, la cui biodiversita’ e la sopravvivenza della fauna ittica possono essere garantite anche da accorgimenti di ingegneria naturalistica per i momenti di massimo prelievo idrico”, sottolinea massimo GARGANO, direttore generale di anbi. “si sta lavorando in particolare a ridefinire i target di qualita’ ambientale, affinche’ si possa, nel piu’ breve tempo possibile e superando il regime di deroga, individuare un nuovo punto di equilibrio fra obbiettivi ambientali e necessita’ del territorio, ad iniziare da quelle dell’agricoltura, che produce cibo”, conclude adriano BATTILANI, segretario generale di irrigants d’europe.