LILIANA SEGRE APRE AL SENATO LA XIX LEGISLATURA

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la senatrice a vita liliana SEGRE ha aperto la XIX legislatura da presidente provvisorio del senato. molti gli applausi rivolti a lei e a molteplici passaggi del suo discorso per lo piu’ sentiti ma in alcuni casi di assoluta circostanza. SEGRE ha evocato l’atmosfera agghiacciante per la guerra e si e’ unita al messaggio del presidente della repubblica sergio MATTARELLA ribadendo che la pace e’ urgente e necessaria. la presidente ha ricordato che in questi giorni in cui cade il centenario della marcia su roma “che dette inizio alla dittatura fascista tocca proprio a me assumere momentaneamente la presidenza di questo tempio della democrazia che e’ il senato della repubblica ed ha sottolineato “il valore simbolico di questa circostanza casuale” che “si amplifica nella mia mente” “ricordando quella stessa bambina che in un giorno come questo nel 1938 sconsolata e smarrita fu costretta dalle leggi razziste a lasciare vuoto il suo banco della scuola elementare. e che quella stessa oggi si trova per uno strano destino addirittura sul banco piu’ prestigioso del senato”. “l’appartenenza a un cosi’ rarefatto consesso non puo’ non accrescere in noi la consapevolezza della nostra responsabilita’”, ha osservato SEGRE rivolgendosi ai 200 eletti di questa legislatura dopo la riduzione del numero avvenuta con la modifica della costituzione. “potremmo anche concederci il piacere di lasciare fuori da questa assemblea la politica urlata, che tanto ha contribuito a far crescere la disaffezione dal voto, interpretando invece una politica alta e nobile che, senza nulla togliere alla fermezza dei diversi convincimenti, dia prova di rispetto per gli avversari, si apra sinceramente all’ascolto, si esprima con gentilezza, perfino con mitezza”, ha poi suggerito la presidente. “a tutti deve essere l’imperativo di preservare le istituzioni della repubblica, che sono di tutti, che non sono proprieta’ di nessuno, che devono operare nell’interesse del paese e devono garantire tutte le parti”, ha asserito SEGRE. “le grandi democrazie mature dimostrano di essere tali se, al di sopra delle divisioni partitiche e dell’esercizio dei diversi ruoli, sanno ritrovarsi unite in un nucleo essenziale di valori condivisi, di istituzioni rispettate, di emblemi riconosciuti”, ha aggiunto. un lungo passaggio e’ stato dedicato dalla senatrice a vita alla costituzione “in italia il principale ancoraggio attorno al quale deve manifestarsi l’unita’ del nostro popolo e’ la costituzione repubblicana che – come dice piero calamandrei – e’ non un pezzo di carta, ma il testamento di 100.000 morti caduti nella lunga lotta per la liberta’; una lotta che non inizia nel settembre del 1943, ma che vede idealmente come capofila giacomo matteotti”, ha detto sottolineando che “il popolo italiano ha sempre dimostrato grande attaccamento alla sua costituzione, l’ha sempre sentita amica”. “anche la costituzione e’ perfettibile e puo’ essere emendata, come essa stessa prevede all’articolo 138, ma consentitemi di osservare che, se le energie che da decenni vengono spese per cambiare la costituzione, peraltro con risultati modesti, talora peggiorativi, fossero state invece impiegate per attuarla, il nostro sarebbe un paese piu’ giusto e anche piu’ felice”, ha aggiunto. SEGRE ha citato l’articolo 3 della costituzione “nel quale i padri e le madri costituenti non si accontentarono di bandire quelle discriminazioni basate su sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali, che erano state l’essenza dell’ancien re’gime” ma “vollero anche lasciare un compito perpetuo alla repubblica: ‘rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la liberta’ e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese’». la senatrice ha poi richiamato il valore che nelle grandi nazioni hanno delle festivita’ civili “ritrovandosi affratellate attorno alle ricorrenze scolpite nel grande libro della storia patria”. “perche’ non dovrebbe essere cosi’ per il popolo italiano? perche’ mai dovrebbero essere vissute come date divisive, anziche’ con autentico spirito repubblicano, il 25 aprile, festa della liberazione, il 1° maggio, festa del lavoro, il 2 giugno, festa della repubblica?, si e’ chiesta. SEGRE ha invitato il senato “a riaffermare, nei fatti e non a parole, la centralita’ del parlamento”, a “mettere in campo, in collaborazione col governo, un impegno straordinario ed urgentissimo per rispondere al grido di dolore che giunge da tante famiglie e da tante imprese” sottolineando che “in questo senso, avremo sempre al nostro fianco l’unione europea, con i suoi valori e la concreta solidarieta’ di cui si e’ mostrata capace negli ultimi anni di grave crisi sanitaria e sociale. non c’e’ un momento da perdere”. e “dalle istituzioni democratiche deve venire il segnale chiaro che nessuno verra’ lasciato solo, prima che la paura e la rabbia possano raggiungere livelli di guardia e tracimare”, ha avvertito SEGRE.