PARTITO PROGETTO TRIENNALE RURALBANIA PROMOSSO DA RTM, CIA E REGIONE ER E FINANZIATO DA AICS

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un comunicato stampa congiunto di cia e volontari nel mondo rtm rende noto che: “aumentare la produttivita’ delle aziende agricole ad alto potenziale nelle aree montane svantaggiate del nord albania, garantendo ai suoi piccoli produttori l’opportunita’ di accesso a servizi efficaci di assistenza agricola e rurale, formazione professionale qualificata e ad asset concreti e sostenibili per farsi spazio sul mercato ed essere competitivi. questa la mission del progetto triennale ruralbania finanziato da aics-agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo e promosso da volontari nel mondo rtm in partenariato con cia-agricoltori italiani e regione emilia-romagna. a cesena, questa mattina, l’evento di kick off nella sede di cia romagna, tappa conclusiva della prima visita studio che, per una settimana, ha visto tra aziende, agriturismi e uffici sul territorio, rappresentanti del ministero dell’agricoltura albanese e di associazioni e reti di categoria operanti a scutari, kukes e dibra. oggi in albania le associazioni agricole sono poco strutturate per la realizzazione dei servizi agricoli di cui i piccoli imprenditori hanno bisogno, in termini sia di accesso ai finanziamenti pubblici che di consulenza agronomica. mancano anche i centri di assistenza agricola e rtm con cia ne hanno fatto il motore dell’iniziativa di cooperazione, quali strumenti alla base del processo di sviluppo sostenibile dell’imprenditoria agricola albanese, soprattutto nelle aree piu’ fragili e rurali. primo step del progetto, infatti, la messa in condivisione di conoscenze e competenze, da una parte, attraverso la formazione, l’assistenza tecnica e finanziaria in materia di buone prassi ue dei centri di assistenza agricola e per l’avvio di tre sedi pilota nelle aree target. e’ a cura del caa-cia per associazioni e istituzioni albanesi. dall’altra con l’aggiornamento professionale per formatori sui servizi, guidato dall’associazione agricoltura e’ vita-cia per la formazione, la ricerca e la divulgazione. inoltre, alla regione emilia-romagna, eccellenza internazionale nella valorizzazione delle produzioni agroalimentari tipiche e’ affidata la formazione di attori pubblici e privati albanesi in materia di marchi di qualita’ geografici e disciplinari di produzione. faro di riferimento, l’agenda 2030 e l’adesione dell’albania all’europa (dalla candidatura del 2013, negoziati avviati lo scorso luglio) che incoraggiano il paese delle aquile alla promozione di un’agricoltura sempre piu’ sostenibile e all’adeguamento del sistema produttivo locale ai pilastri dalla pac. nel mezzo, il territorio albanese prevalentemente montuoso e con oltre il 40% della superficie vocata all’agricoltura (frutticoltura di montagna, allevamenti ovicaprini e apicoltura), tra i piu’ importanti settori economici del paese che fa il 23% del pil nazionale ed e’ fonte di reddito per la maggior parte della popolazione. un potenziale importante, ma comunque precario e, per questo, in cerca di strategie per crescere e affermarsi. la produzione agricola, infatti, e’ aumentata in modo significativo nell’ultimo decennio, ma non abbastanza perche’ l’albania possa agganciare la transizione green, visto il ruolo ancora predominante delle importazioni e la debolezza strutturale del comparto che conta circa 350 mila aziende, ma di cui l’86% e’ di piccoli produttori con meno di 2 ettari. poi, ci sono le zone remote del nord del paese, le piu’ arretrate, ma che possono contare su aziende agricole a conduzione familiare e organizzate in filiera, forti di produzioni trainanti il cambiamento. a loro guarda, non a caso, ruralbania che coinvolge come alleati principali degli interventi di cooperazione, dai sopralluoghi degli esperti alle esperienze di job-shadowing, associazioni di categoria e piccoli produttori, agenzie pubbliche regionali per l’assistenza agricola e istituzioni comunali, mentre ingaggia, in modo particolare, aziende agricole e affini all’agriturismo, gestite da donne, giovani e migranti di ritorno per attivare la transizione possibile in chiave sostenibile della societa’ rurale. ‘puntiamo a massimizzare l’impatto socioeconomico del progetto sulle comunita’ interessate -hanno detto francesco GRADARI, responsabile area balcani di volontari nel mondo rtm e cristina CHIRICO, responsabile ufficio internazionalizzazione di cia – lavorando affinche’ conquistino, nel triennio, maggiore produttivita’ e, quindi, reddito, capacita’ di nuovi investimenti e un calo deciso della poverta’. riteniamo, per questo, strategico un partenariato costruito sull’apporto concreto delle migliori esperienze italiane di settore, quali i centri di assistenza agricola e la valorizzazione delle produzioni tipiche locali’.”.