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si sono aperti, oggi e proseguiranno fino al 9, i lavori dell’VIII congresso della flai cgil nazionale, con le testimonianze di samira lotfi KHAH, originaria dell’iran, e di maryam BARAK, rifugiata afghana, che hanno denunciato la negazione dei diritti e della liberta’ che colpisce in troppe parti del mondo. il tema dei diritti, in particolare delle donne, delle radici del sindacato, della pace, dei cambiamenti climatici, del lavoro, sono stati al centro dell’ampia relazione svolta dal segretario generale giovanni MININNI alla presenza del segretario generale della cgil nazionale maurizio LANDINI. a partire da questi pilastri fondamentali MININNI ha basato i suoi ragionamenti economico-sindacali, tracciando un bilancio sullo stato dell’organizzazione e dei comparti di interesse nonche’ sugli impegni per il futuro. prendendo spunto dal tema dei diritti delle donne, MININNI ha spiegato quanto la flai abbia fatto in tema di parita’ di genere, sia al suo interno sia nella contrattazione che – ha detto – e’ “il nostro strumento principale per cambiare le cose”. per questo “ci siamo impegnati insieme a fai e uila ad avanzare richieste nelle piattaforme di rinnovo di tutti i contratti per ottenere avanzamenti verso la parita’ di genere e contro la violenza sulle donne. abbiamo ottenuto buone norme ma possiamo fare ancora meglio”. il segretario generale della flai ha poi posto l’accento sulla storia del sindacato bracciantile, partendo dal congresso fondativo di bologna del 25 novembre 1901 con filippo TURATI e dalla rievocazione che ne e’ stata fatta nella mattinata da giovani attori, ahiloro, “precari”. “le radici e il patrimonio di valori sono importanti, non si possono abiurare non si possono dimenticare ne’ recidere altrimenti un’organizzazione muore”, ha asserito MININNI. “la flai e’ ancora un baluardo, un punto di riferimento vero per lavoratrici e lavoratori che hanno bisogno di mettersi insieme per avanzare”, ha aggiunto con orgoglio, rendendo noto che nelle 2955 assemblee di base certificate che si sono svolte in due mesi e mezzo sono stati discussi con i lavoratori due documenti congressuali poi votati. i voti sono stati 110.607, di cui 109.376, pari al 98,89%, per il documento “il lavoro crea il futuro” di cui e’ primo firmatario Maurizio LANDINI e 1231 pari all’1% per il documento alternativo, “le radici del sindacato”. successivamente si sono tenuti 92 congressi provinciali e 17 regionali, dove la flai nazionale “non ha fatto mancare mai la sua presenza”, ha proseguito MININNI, “anche quando il territorio aveva pochi iscritti”. la flai ha abbassato l’eta’ media dei segretari generali regionali da 58 a 50 anni per cui “adesso dico a queste giovani donne e giovani uomini affrettatevi affrettatevi e non abbiate paura di sbagliare perche’ la paura e’ nostra alleata e ci consiglia per fare meglio le cose e se sbagliate ben venga dagli errori si impara e si cresce”. MININNI ha quindi ribadito i profondi motivi del no della cgil alla guerra ricordando il suo impatto economico, anche se ha rimandato un passaggio sui dati relativi all’agroalimentare che saranno approfonditi in una successiva tavola rotonda. il segretario generale della flai e’ poi passato a parlare della questione cambiamenti climatici . “la siccita’, la scomparsa dei ghiacciai e l’innalzamento della temperatura stanno sconvolgendo lentamente ma inesorabilmente l’agricoltura e avranno ricadute anche sul lavoro agricolo. ancora non si ha un quadro chiaro ma se questa tendenza si conferma potremmo avere raccolti che non ci saranno piu’ e giornate di lavoro che diminuiranno a causa della siccita’”, percio’ riteniamo, “per passare dal dire al fare, che sia venuto il momento nel quale la flai debba la sua parte per contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici con la consapevolezza che la filiera agroalimentare impatta per il 37% di emissione sui gas climalteranti”, ha spiegato MININNI. altro tema affrontato dal segretario generale della flai e’ stato quello della contrattazione e dei problemi che hanno caratterizzato la trattativa con federalimentare nel 2019, che ha portato alla firma del contratto collettivo nazionale soltanto con unionfood, assobirra e ancit. successivamente – ha ricordato MININNI – “fai flai e uila hanno dovuto riconquistare il contratto fabbrica per fabbrica e poi associazione per associazione arrivando a gennaio 2021 con le sottoscrizioni di tutte le altre associazioni tranne tre. il contratto pero’ e’ stato poi applicato a tutti i lavoratori e le lavoratrici”. MININNI ha tra l’altro reso noto che un paio di settimane i sindacati hanno ricevuto da assica e da unaitalia una lettera di disdetta del contratto e l’annuncio di voler dar vita ad un nuovo e distinto contratto “e di questo, compagne e compagni, dobbiamo parlarne anche in questo congresso fermo restando che la valutazione complessiva anche qui dovremmo farla insieme a fai e uila. mi sento pero’ gia’ di poter dire che si stanno creando le condizioni per andare dritti dritti verso una stagione complicata. gli spazi per cogliere le specificita’ dei settori dei singoli settori ci sono gia’ e sono nell’attuale contratto. pensare di poter fare piu’ contratti per cogliere piu’ specificita’ e’ sbagliato. domani potranno essere due contratti dell’industria alimentare dopodomani per cogliere le specificita’ di altri settori ne diventano quattro e alla fine ci troveremo forse 14 contratti diversi per quante sono le associazioni di rappresentanza dell’industria alimentare”. “ripeto, assumeremo la decisione finale insieme a fai e uila e poi risponderemo a tutta questa situazione in recente evoluzione ma una cosa la dicemmo unitariamente gia’ nella precedente trattativa, non ci potranno essere spazi per contratti di serie ae di serie b in questo comparto perche’ per noi i lavoratori e le lavoratrici sono tutte uguali”. infine, il segretario della flai ha parlato degli ottimi rapporti con i segretari di uila e fai.

