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il ministro degli esteri antonio TAJANI ha scelto l’affollata assemblea anbi per annunciare, questa mattina, con un lungo messaggio letto dal segretario generale massimo GARGANO, la candidatura italiana della citta’ di roma a sede del world water forum 2027 chiedendo il sotegno di tutti per il successo della proposta. il vicepresidente del consiglio ha ricordato che l’italia gia’ ospita il world water assessment programme (wwap) dell’unesco, autore del world water development report delle nazioni unite, un resoconto sullo stato (quantita’ e qualita’), l’uso e la gestione delle risorse d’acqua dolce, nonche’ un riferimento fondamentale per le politiche idriche internazionali. ha concluso i lavori della giornata finale dell’assemblea di anbi il viceministro alle infrastrutture galeazzo BIGNAMI, che ha dichiarato di essere intervenuto per ascoltare e trovare risposte su un problema endemico a cui “questo governo politico, e non tecnico, dara’ risposte politiche”. per questo – ha continuato – “siamo anche contro le ipocrisie di chi in europa chiede una transizione green senza essere mai stato nei campi. sono per una neutralita’ tecnologica: la transizione non deve essere una ghigliottina e non puo’ essere un processo calato dall’alto”. riguardo al piano laghetti di anbi, il viceministro ha affermato di averlo guardato “con grande attenzione” e di essersi confrontato al ministero con i tecnici, “ma noi siamo un governo politico e quindi sta a noi fissare gli obiettivi e decidere, e agli altri di attuarle” perche’ al di la’ delle ideologie ambientaliste – ha sostenuto – anche i fatti della romagna dimostrano che e’ mancata la manutenzione dell’uomo e che “bisogna operare”. “oggi – ha annunciato – uscira’ il decreto del mef con circa altri 2,3-2,4 miliardi in conto capitale per l’emilia romagna, ma forse – ha aggiunto – sarebbe stato piu’ intelligente usare questi e gli altri 2 gia’ stanziati qualche anno fa per il piano laghetti”. “come governo – ha proseguito – abbiamo un orizzonte di cinque anni e questo significa che non faremo un piano idrico nazionale con opere che accontentino qualcuno nell’immediato. faremo tutti i passaggi necessari: progettazione pianificazione e attuazione. l’unica cosa che devo dire con rammarico – ha concluso BIGNAMI – e’ che, a differenza di anbi, lo stato deve recuperare la sua capacita’ di progettare e pianificare, confrontandosi con chi ne sa piu'”. l’assemblea e’ stata aperta dall’intervento del segretario generale della coldiretti enzo GESMUNDO che ha suggerito al ministro dell’agricoltura francesco LOLLOBRIGIDA di considerare l’idea di un progetto che contempli un un mix di invasi e desalinatori per gestire le risorse idriche, non solo da destinare all’agricoltura ma a tutti i cittadini. progetto da realizzare attraverso l’azione virtuosa dei consorzi si bonifica. GESMUNDO ha precisato che coldiretti ha, per quanto riguarda i desalinatori, in corso contatti con l’azienda SALINI. “abbiamo attenzione per il problema dell’acqua, in particolare per le regioni colpite dall’alluvione e ieri con il commissario francesco paolo FIGLIUOLO abbiamo avuto un incontro per capire quale atteggiamento di sistema deve essere messo in atto non solo per il ristoro dei danni, ma anche per mantenere negli agricoltori la fiducia per la loro attivita’”, ha affermato il ministro LOLLOBRIGIDA. il responsabile delle politiche agricole ha chiesto un cambio di passo nella comunicazione perche’ “si e’ creata una dicotomia tra chi vuole tutelare l’ambiente e agricoltura” mentre “per noi e’ chiaro che i primi ambientalisti sono gli agricoltori e gli allevatori, senza i quali il territorio va incontro al dissesto idrogeologico”. LOLLOBRIGIDA ha sollecitato il contributo che tutti devono dare per arrivare a una gestione idrica efficiente, attraverso l’aumento della captazione dell’acqua piovana e dal riuso delle acque reflue. ringraziando il ministro per la coerenza d’azione di questi mesi, il presidente di anbi francesco VINCENZI ha allargato la prospettiva, chiedendo di guardare all’acqua non solo come problema ma come fattore economico fondamentale per la sostenibilita’ sociale. “l’acqua – ha ricordato – genera nel nostro paese 281 miliardi di euro di valore aggiunto; senza acqua il 27% del nostro pil non esisterebbe”. purtroppo – ha evidenziato VINCENZI – anche se siamo ricchi d’acqua, questa “non e’ riuscita a dare supporto quando c’e’ stata la crisi energetica”. per VINCENZI si deve affrontare il tema puntando su ricerca e innovazione come fa anbi che gia’ lavora con crea e aquacampus del canale emiliano romagnolo; sul riutilizzo delle acque reflue che “non e’ la soluzione alla siccita’ ma un aiuto”; su investimenti nelle infrastrutture. “abbiamo fatto molto in passato ma e’ passato ed e’ ora di tornare a fare l’italia”,ha aggiunto. VINCENZI chiede che tutto venga fatto velocemente. “bene il commissario all’emergenza acqua come contenitore di idee, ma poi ci deve essere la capacita’ di realizzare e i consorzi di bonifica sono stati tra i pochi che hanno dimostrato di saper fare”, ha concluso il presidente di anbi. e del ruolo dei consorzi di bonifica ha parlato LUCA SAMMARTINO, vicepresidente della giunta assessore agricoltura sicilia che ha ricordato che la sua regione e’ arrivata dopo 30 anni ma e’ arrivata” a fare riforma consorzi per allineare regione al resto del paese, grazie alla giunta SCHIFANI ha sottolineato PIRACCINI. sul tema della ricerca e’ tornato il presidente di macfrut renzo PIRACCINI, sottolineando la difficolta’ italiana di “mettere le innovazioni a terra”, e di non guardare a “quello che viene fatto all’estero, dove esportiamo il nostro know-how e nostre aziende sono leader nelle tecnologie di risparmio idrico”. in questo senso, per PIRACCINI l’esperienza di acquacampus dovrebbe essere moltiplicata.. anche per PIRACCINI, infine, servono nuove infrastrutture ma anche velocita’ d’azione “perche’ non abbiamo tempo”; allo scopo “servono strumenti straordinari smettendo di correre dietro alle emergenze”. fabrizio PALERMO, amministratore delegato di acea, da parte sua ha evidenziato come, oltre a mancare in italia una rete idrica integrata, non siano stati fatti nel tempo gli adeguamenti delle infrastrutture necessari ad adattarle ai cambiamenti climatici e anche all’aumento della richiesta di acqua. “oggi c’e’ abbondanza di tecnologie che possono cambiare significativamente l’efficienza d’uso della risorsa” – ha dichiarato – e per implementarli – ha concluso – “serve un piano di investimenti veloce”, che affronti anche il problema dei finanziamenti, stabilendo se agire sulle tariffe locali e su come ripartire gli oneri finanziari che ora pesano sulle aziende di gestione. per fabrizio CURCIO, capo del dipartimento della protezione civile, per non vivere sempre nell’emergenza “serve fare una programmazione della prevenzione”. “certo bisogna investire e usare le tecnologie, ma le istituzioni – ha affermato – devono avere un piano piu’ ampio rispetto a come vogliono efficientare la rete”. per fare programmazione – ha aggiunto – “bisogna usare le esperienze emergenziali perche’ non esiste un ente sappia fare tutto. deve essere un processo corale, altrimenti il film si ripete”. per programmare sono necessarie sinergie tra i player come acea ha avvertito Giordano COLARULLO, dg di utilitalia. il presidente di coldiretti PRANDINI ha sostenuto che “serve una programmazione senza demonizzazioni” nei confronti delle opere, avendo “il coraggio di uscire dai luoghi comuni”, perche’ un’infrastruttura piu’ grande significa innanzitutto mantenere l’uomo sul territorio, altrimenti manchera’ la manutenzione che non puo’ essere demandata – per gli alti costi – agli enti locali”. e se si decide di mantenere l’uomo sul territorio, bisogna smetterla – ha spiegato PRANDINI – di pensare che sia giusto pagare solo il valore della produzione, tra l’altro con politiche di prezzo che, per effetto delle importazioni, vanno al ribasso. “bisogna invece poter avere piu’ acqua e portarla dove non c’e’ per produrre di piu’, essere meno legati alle importazioni e salvaguardare cosi’ i territori”.