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“preoccupano ancora alcuni vuoti normativi, i troppi ostacoli burocratici posti ai singoli paesi e le disposizioni rinviate sul finanziamento, ma prendiamo atto dell’attenzione da parte del parlamento ue alle istanze dell’agricoltura, escludendola, con la cancellazione dell’articolo 9, dall’applicazione della legge sul ripristino della natura. commenta cosi’ il presidente nazionale di cia-agricoltori italiani, cristiano FINI, il voto che a strasburgo ha si’ respinto il rigetto della proposta di regolamento della commissione europea ma inserito emendamenti importanti per il settore agricolo”. lo rende noto un comunicato stampa della confederazione che cosi’ prosegue: “l’attenzione di cia resta alta, dunque, su una partita critica se non governata dal principio cardine di un’agricoltura al centro della transizione ecologica e, quindi, protagonista e non penalizzata dagli obiettivi per la sostenibilita’, valorizzata nel suo ruolo strategico per il benessere degli ecosistemi, a salvaguardia dell’ambiente e a tutela del suolo. sotto i riflettori di cia l’accantonamento del 10% per il ripristino della natura, non piu’ vincolante per ogni singolo stato membro, ma collettivo per l’europa e l’istituzione del fondo per l’attuazione delle misure perche’ non ricada, alla fine, sui singoli paesi e sui comparti chiave. non meno rilevante, infatti, e’ la valutazione d’impatto che vede l’italia quinto paese contribuente con un impegno di spesa pari a 261 milioni di euro, rispetto alla francia al primo posto con circa 2 miliardi. si attende ora l’avvio dei negoziati con la consapevolezza che non sara’ scontato mantenere i miglioramenti ottenuti con il voto odierno e sara’ necessario continuare a ragionare sulle ripercussioni effettive di questa legge”.

