COOPERATIVE DI COMUNITA’: BITONCI (MIMIT) ENTRO UN ANNO LEGGE CHE CHIEDE GARDINI (CONFCOOPERATIVE)

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“oltre 250 cooperative, piu’ di 6.500 soci, 335.000 tra utenti e beneficiari garantite da circa 1000 persone occupate, in prevalenza donne. e’ questo l’identikit di un fenomeno che sta ridando speranza e un futuro ai territori delle aree interne: le cooperative di comunita’. imprese promosse da chi vive nei territori che rischiano lo spopolamento con l’obiettivo di creare opportunita’ di sviluppo per contrastarne il declino economico, sociale e demografico. se ne e’ parlato oggi a roma al palazzo della cooperazione nel corso del workshop promosso da confcooperative ‘dall’economia dell’io all’economia del noi: le cooperative di comunita”, alla presenza del sottosegretario al ministero delle imprese del made in italy, massimo BITONCI”. lo rende noto un comunicato di confcooperative. “con le cooperative di comunita’ – ha sottolineato maurizio GARDINI, presidente di confcooperative – la cooperazione fa un ulteriore salto evolutivo, dal mutualismo degli albori, tra gli anni 80 e-90 del secolo scorso siamo approdati al solidarismo e oggi arriviamo al comunitarismo. la cooperazione – continua GARDINI – si adegua ai tempi e amplia il suo orizzonte aggiungendo un altro tassello alla cura della fragilita’, da quella delle persone con la cooperazione sociale e sanitaria, a quella dei territori di cui con le cooperative di comunita’ si fa carico oggi dello sviluppo di intere comunita’ e territori a rischio abbandono”. “un esempio di sussidiarieta’, in pieno spirito cooperativo che per crescere ha bisogno di norme che ne favoriscano lo sviluppo”, evidenzia il comunicato. “al legislatore – ha aggiunto GARDINI – chiediamo un quadro normativo certo, con regole che sappiamo sostenere la nascita e la crescita di queste nuove esperienze cooperative, uno dei pochi argini al rischio dell’abbandono di territori”. il sottosegretario al mimit, massimo BITONCI, intervenendo al workshop ha affermato che “le cooperative di comunita’ sono una pedina fondamentale per valorizzare tutte le potenzialita’ di un territorio dalle eccellenze agroalimentari, alla cultura al turismo. contiamo entro un anno di arrivare all’approvazione della legge”. “la fragilita’ dei territori dipende da tante cose. la stessa connessione internet dove in molti territori non arriva determina l’arretratezza di un territorio – ha spiegato monsignor felice ACCROCCA, arcivescovo di benevento, coordinatore aree interne conferenza episcopale italiana -. occorre rovesciare, schemi e modelli. va rivista la piramide. ripartire dalle periferie per arrivare al centro, non sempre partendo dal centro si arriva alle periferie”. “la comunita’ e’ la protagonista dei modelli di crescita e di sviluppo – ha detto don mario PAGNIELLO, direttore caritas italiana -. i modelli non vanno calati dall’alto devono partire dalle comunita’ che va rimessa al centro e resa capace di crescere. la chiesa, il governo, ognuno deve fare la sua parte. noi faremo la nostra parte insieme a confcooperative”.