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“ieri, 9 novembre, e’ stato confermato un caso di peste suina africana (psa) in un cinghiale selvatico trovato morto da un cacciatore, nel comune di ottone, in provincia di piacenza, e segnalato al servizio veterinario della azienda usl di piacenza. a seguito della telefonata, un veterinario si e’ recato nel luogo indicato e, attraverso una strada di montagna, ha recuperato la carcassa per farla esaminare nella sezione di piacenza dell’istituto zooprofilattico sperimentale della lombardia e dell’emilia-romagna”, rende noto un comunicato stampa della regione emilia-romagna, che aggiunge: “quello di ottone e’ il primo caso confermato in emilia-romagna, dopo quelli registrati nei mesi scorsi in diverse regioni limitrofe ed in altre parti del paese. tuttavia, in alcuni territori della regione, tra cui lo stesso comune di ottone e i comuni limitrofi, erano gia’ in vigore misure straordinarie di sorveglianza, prevenzione e controllo della malattia con restrizioni sull’attivita’ venatoria, regolamentazione delle attivita’ all’aperto e restrizioni delle movimentazioni dei suini allevati, anche in funzione del livello di biosicurezza degli allevamenti. misure stabilite con una ordinanza del presidente della giunta regionale (la numero 142/2023), a seguito di casi che erano stati confermati in cinghiali trovati morti vicino ai confini regionali, in particolare in piemonte e liguria, dove la malattia si e’ ampiamente diffusa a partire dal gennaio 2022”. “per lunedi’ 13 novembre e’ prevista una riunione dell’unita’ di crisi regionale e del gruppo operativo territoriale (got) per decidere se sono necessarie ulteriori misure per fermare la diffusione della malattia. inoltre, non e’ ancora noto se a seguito del caso di ottone la commissione europea riterra’ necessario aggiornare l’elenco dei comuni che devono essere compresi nelle zone soggette a restrizione riportato nel regolamento di esecuzione (ue) 2023/2421 della commissione”, conclude la regione.