CAPORALATO: MATTEI (FLAI CGIL VENETO), SETTORE AGRICOLOINTRISO DI SFRUTTAMENTO CANCELLARE BOSSI-FINI

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“il quarto caso, secondo per gravita’, nel giro di pochi giorni di sfruttamento lavorativo, riduzione in schiavitu’ e caporalato ci da’ la misura di quanto il sistema produttivo, imprenditoriale ed economico nel settore agricolo sia intriso di sfruttamento e illegalita’”. lo afferma in un comunicato giosue’ MATTEI, segretario regionale veneto della flai cgil, che sottolinea: “il caso portato alla luce dalla guardia di finanza e’ identico a quello denunciato dalla flai cgil del veneto pochi giorni fa, nel territorio trevigiano. insistiamo nel denunciare un sistema transnazionale alimentato dal combinato disposto del decreto flussi e della legge bossi-fini, di cui chiediamo la cancellazione, che alimenta il mercato delle braccia nei paesi di provenienza e successivamente in italia”. per il segretario regionale veneto della flai cgil “si tratta di un sistema ben collaudato, che coinvolge le questure e le prefetture di alcuni territori specifici in campania in particolare, e innestato nel mercato del lavoro in agricoltura di cui beneficiano le imprese autoctone con manodopera a basso costo e conseguentemente sfruttata dai caporali”. “insistiamo nel dire che si tratta di fatto di manodopera in affitto, illegale nel nostro paese e che dovrebbe inchiodare difronte alle loro responsabilita’ le aziende agricole che utilizzano queste modalita’ di lavoro nei loro campi nelle loro imprese”, evidenzia MATTEI, che prosegue: “la flai cgil ha avviato una vertenza nazionale e permanente per cambiare questo sistema di fare impresa, che sfrutta, schiavizza e talvolta uccide come successo a satnam SINGH. non ci fermeremo difronte a niente e a nessuno nel combattere e contrastare ogni forma di sfruttamento, nel chiedere che questi lavoratori vengano immediatamente regolarizzati con un permesso di soggiorno per lavoro subordinato in modo da poter riacquistare la dignita’ calpestata dallo sfruttamento che hanno subito”.