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“il porto di genova, riconosciuto come punto di controllo frontaliero (pcf) rappresenta il primo ed il piu’ importante punto d’ingresso italiano per le carni fresche, refrigerate e congelate provenienti dai paesi terzi, in particolare usa, canada e mercosur, per essere successivamente commercializzate tal quali anche in altri paesi dell’unione europea o destinate all’industria italiana di trasformazione delle carni”. lo rende noto un comunicato di assocarni, che cosi’ prosegue: “il porto di genova ha da sempre sofferto per la storica carenza di personale veterinario e di tecnici della prevenzione, con notevole ritardo nella liberalizzazione delle partite di prodotti in ingresso. attualmente pero’ la situazione si e’ notevolmente aggravata al punto di far collassare il sistema dei controlli e bloccare l’intera operativita’ del porto per l’impossibilita’ per il servizio veterinario, per carenza di mezzi e personale, di controllare al momento dello scarico tutti i sigilli apposti sui containers che rimangono per giorni sulle banchine in attesa della visita veterinaria con notevole aggravio di costi per le imprese italiane. l’impossibilita’ di programmare l’attivita’ commerciale potrebbe tradursi in uno spostamento dei flussi commerciali verso altri porti dell’unione europea, ad es. rotterdam, certamente piu’ efficienti dal punto della logistica con gravissime ricadute economiche per le imprese italiane, perche’ sarebbero costrette a sdoganare in altri porti europei con un aumento spettacolare dei costi logistici, ma si ripercuoterebbe sull’indotto del porto di genova e si tradurrebbe in un danno economico anche per le finanze dello stato che vedrebbe diminuire il gettito delle tariffe pagate dalle imprese. ultimo ma non ultimo quei prodotti di origine animale passerebbero attraverso altri pcf europei dove i controlli igienico sanitari sono probabilmente meno meticolosi di quelli italiani. sulla base cio’ il presidente di assocarni serafino CREMONINI ha chiesto al ministro delle infrastrutture matteo SALVINI, al ministro della salute orazio SCHILLACI e al sottosegretario di stato marcello GEMMATO di intervenire per convocare una riunione urgente di tutti gli stakeholder interessati al fine di trovare delle soluzioni immediate alle carenze sopra segnalate che poi possa trovare riscontro in una conferenza dei servizi che abbia potere decisionale di adottare provvedimenti in grado di rendere funzionale il pcf, onde evitare ulteriori danni economici per le imprese italiane dell’industria e del commercio delle carni”.