PESCA: FEDAGRIPESCA TOSCANA, TRA VINCOLI E CALO DELLE IMBARCAZIONI E’ A RISCHIO L’INTERO SETTORE

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“‘le attivita’ di pesca in toscana sono fortemente sotto pressione: i vincoli sono sempre di piu’ e le nostre imbarcazioni sono in forte calo. questo vuol dire anche calo della pesca, e infatti oggi piu’ del 70% del prodotto ittico che mangiamo arriva dall’estero. il rischio concreto e’ che, insieme alle barche, sparisca anche la nostra identita’ marittima, con gravi ripercussioni sull’economia costiera e sul turismo legato alla cultura del mare’. a dirlo e’ andrea BARTOLI, referente pesca per fedagripesca confcooperative toscana, al convegno dedicato alla pesca professionale in toscana che si e’ tenuto oggi alla biennale del mare e dell’acqua a livorno”. lo rende noto un comunicato di fedagripesca confcooperative toscana, che cosi’ prosegue: “‘oggi operano circa 450 imbarcazioni – continua BARTOLI – di cui solo poco piu’ di un centinaio sono di dimensioni medio-grandi (tra i 12 e i 24 metri), impiegate nella pesca a strascico e nella circuizione. il restante e’ costituito da piccole unita’ sotto i 10 metri, spesso a gestione familiare, legate a una tradizione antica e profondamente radicata nelle comunita’ costiere. le nostre imbarcazioni hanno in media oltre 40 anni, e oggi mancano totalmente gli investimenti necessari per sostituirle’. ‘la nostra e’ la piccola pesca – continua BARTOLI – una pesca sostenibile, che rispetta il mare. la nostra attivita’ non e’ impattante ma anzi contribuisce a pulire il mare, a tutelarlo e a togliere i residui di plastica. la pesca e’ anche cultura del pesce, e’ turismo, sono ricette da salvaguardare. il pescato locale e’ piu’ salutare, piu’ fresco, a chilometro zero’. ‘con il primo bando del fondo europeo attivita’ marittime, pesca e acquacoltura (feampa) – dice BARTOLI – che sostiene le imprese di pesca che decidono di cessare definitivamente l’attivita’, ci sara’ una nuova ondata di demolizioni. a questo si aggiungono i numerosi vincoli alla pesca imposti nelle acque toscane: impianti di distribuzione energetica, condotte sottomarine, zone militari, aree portuali, parchi eolici offshore. in molte di queste zone l’unico obiettivo sembra essere quello di impedire la pesca, senza tenere conto delle ricadute socio-economiche. noi non siamo contrari alla tutela della biodiversita’ o all’istituzione di nuove aree protette, purche’ siano strumenti di equilibrio, non barriere alla pesca’. ‘inoltre sono sempre piu’ i pescherecci di altre regioni nelle acque toscane – conclude BARTOLI – che pescano pesce di grande valore economico come il tonno rosso, il gambero rosso, il gambero viola e il pesce spada. a fronte di una pressione esterna crescente i vincoli continuano a ricadere solo sulla nostra flotta locale. questo e’ inaccettabile. serve un piano di gestione locale, che definisca regole e limiti in base alle caratteristiche specifiche del nostro mare, coinvolgendo direttamente pescatori, enti locali, biologi marini e istituzioni per conciliare la tutela dell’ambiente con la sopravvivenza della nostra pesca, delle nostre comunita’ e della nostra cultura marina’.”.