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“‘sulla questione migranti serve coerenza da parte di tutti, altrimenti continueremo a ragionare sulla penuria di manodopera nei campi senza offrire soluzioni abitative dignitose per chi arriva nel nostro territorio’. il segretario generale uila puglia, pietro BUONGIORNO torna a parlare dell’importanza dei lavoratori stranieri nel comparto agricolo”. lo rende noto un comunicato di uila puglia, che cosi’ prosegue: “‘nei giorni scorsi – ha affermato BUONGIORNO – la regione puglia ha dato il via libera agli interventi di superamento degli insediamenti informali di migranti nei comuni di bisceglie, brindisi, carapelle e carpino approvando i piani di azione locale con i quali i 4 comuni hanno definito gli aspetti tecnici, economici e gestionali dei progetti da realizzare e che riguardano complessivamente 304 posti letto per un investimento di quasi 10 milioni di euro. una goccia nel mare che, a livello pugliese, non risolve un problema atavico. la domanda da porre agli amministratori degli altri 8 comuni che hanno scelto di non attivare progetti per un ammontare di 104 milioni (su 200 previsti a livello nazionale dal pnrr) e’ questa: come intendono creare processi virtuosi di integrazione per le migliaia di braccianti che stanziano nei territori di turi, cerignola, lesina, manfredonia, poggio imperiale, san marco in lamis e san severo? da una parte – continua BUONGIORNO – le imprese lamentano una strutturale mancanza di manodopera, dall’altra, invece, nessuno si preoccupa di dare condizioni di vita dignitose a quei lavoratori impiegati nelle grandi raccolte di pomodoro, angurie, ciliegie e via discorrendo. l’impressione e’ che, ancora una volta, si sia persa una grande occasione. il sistema agricolo pugliese (e non solo) ha bisogno di lavoratori stranieri visti i grandi volumi di produzione che si registrano ogni anno. appare, dunque, fuori da ogni logica non preoccuparsi di coordinare un processo che tenga conto di ogni aspetto della vita di queste persone a partire dagli alloggi, passando ai trasporti, alla formazione, all’inclusione sociale e culturale. spiace constatare che, anche questa volta, non siano stati disattesi i nostri timori che inerivano l’impossibilita’ dei comuni di elaborare progetti, anche per carenza di personale e di competenze idonee per la redazione degli stessi’.”.