TAVOLO LATTE – TUTTI I COMMENTI

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TAVOLO LATTE: CIA, DIFENDERE PREZZI E CONTRATTI
ALLEVATORI, SUBITO ‘PATTO’ FILIERA CONTRO CRISI

“il latte non puo’ essere trattato come una commodity e gli allevatori non devono pagare le conseguenze di un mercato squilibrato. per questo, bisogna difendere il giusto prezzo e gli impegni contrattuali, rilanciare l’ocm latte e costruire un vero e proprio ‘patto’ di filiera anche per gestire le eccedenze. sono queste le priorita’ portate da cia-agricoltori italiani al tavolo latte al masaf, alla presenza del ministro francesco LOLLOBRIGIDA. misure urgenti e indispensabili, secondo l’organizzazione, per sostenere i produttori in una fase estremamente critica e ridare stabilita’ al settore”. lo rende noto un comunicato della cia che cosi’ prosegue: “nonostante la forza strutturale del sistema lattiero-caseario nazionale che conta 21,8 miliardi di fatturato nella trasformazione, 7,9 miliardi nella produzione agricola, 57 prodotti a indicazione geografica e oltre 5,4 miliardi di export dei grandi formaggi dop nel 2024, che confermano l’italia secondo esportatore mondiale, il comparto sta affrontando un’emergenza crescente che richiede interventi mirati. sul fronte congiunturale, per cia, il segnale piu’ allarmante arriva dal crollo del prezzo del latte spot, precipitato dai 68,30 €/100 litri di luglio ai 47,90 €/100 litri di novembre. questa dinamica evidenzia un mercato fuori controllo, schiacciato da eccessi di offerta e fenomeni speculativi che stanno erodendo la redditivita’ delle aziende. a questo, si somma la questione del latte ‘sfrattato’ dal 1° gennaio 2026, una vera bomba ad orologeria per le aziende. nelle principali regioni produttrici, infatti, si prevedono disdette contrattuali per grandi quantita’ di prodotto: solo in lombardia, si parla di circa 5.000 quintali senza piu’ destinazione. una situazione inaccettabile che crea grande caos e preoccupazione tra gli allevatori. piu’ in generale, cia denuncia un’evidente iniquita’ nei prezzi: mentre il latte alla stalla subisce cali drastici, i prezzi al consumo non scendono con la stessa rapidita’, penalizzando gli allevatori e, al contempo, i consumatori. sul mercato gravano anche le importazioni a basso costo da paesi extra-ue. per fronteggiare una situazione cosi’ complessa, cia porta al tavolo latte al ministero una serie di proposte chiare. oltre alla prioritaria tutela del prezzo pagato ai produttori nei contratti, serve un coordinamento di sistema per governare la futura sovrapproduzione, mettendo in campo un ‘patto equo di filiera’. e’, quindi, necessario rilanciare l’ocm latte, per consolidare le op, aggregare l’offerta e rafforzare la programmazione, migliorare la capacita’ negoziale degli allevatori e, soprattutto, affrontare attrezzati le crisi. in piu’, cia chiede il rifinanziamento del fondo filiere e del fondo sovranita’ alimentare nella manovra con risorse dedicate. e’ prioritario anche individuare nuovi canali di sbocco per le eccedenze e rilanciare una campagna istituzionale di promozione del consumo di latte italiano”. “il settore lattiero-caseario e’ in un momento decisivo – commenta il presidente di cia, cristiano FINI -. serve un’assunzione di responsabilita’ da parte di tutta la filiera e risposte concrete da subito. solo cosi’ potremo superare l’emergenza e costruire un modello piu’ equo, competitivo e sostenibile per il futuro”.

TAVOLO LATTE: GUARNERI (CONFCOOPERATIVE), PIANO IN 5 MOSSE
PER SALVARE PREZZO E DARE COMPETITIVITA’ AL SETTORE

“una ricetta in cinque punti per provare a mantenere in equilibrio i prezzi del latte alla stalla, scongiurare la mancata raccolta del latte in eccesso e difendere la competitivita’ delle stalle, delle imprese di trasformazione e dell’intera filiera. questa la proposta che confcooperative fedagripesca ha portato oggi al tavolo latte convocato dal ministro dell’agricoltura, della sovranita’ alimentare e delle foreste, francesco LOLLOBRIGIDA. tra le soluzioni emergenziali, l’organizzazione cooperativa ha proposto l’applicazione di un prezzo differenziato del latte alla stalla, con una parte che viene indicizzata a regime e un prezzo differenziato per la quota di latte in esubero”. lo rende noto un comunicato stampa di confcooperative. “una soluzione flessibile – ha spiegato il presidente del settore lattiero-caseario di confcooperative giovanni GUARNERI – che consentirebbe una formazione del prezzo strettamente collegata al fabbisogno produttivo interno”. “confcooperative fedagripesca ha inoltre proposto al tavolo di contingentare il patrimonio bovino nazionale, ponendo un limite all’aumento del numero dei capi per stalla. un’altra misura perseguibile – prosegue il comunicato – e’ l’intensificazione delle misure di mercato legate agli indigenti, attraverso l’innalzamento dei quantitativi di prodotto da destinare ai bandi esistenti e l’introduzione di nuove categorie merceologiche, come il latte uht. anche sul lato comunitario, e’ auspicabile fare ricorso ad un ritiro dal mercato di polveri e burro in modo da riequilibrare l’offerta alla domanda. insieme a queste quattro misure proposte, fedagripesca confcooperative ha quindi rinnovato al ministro francesco LOLLOBRIGIDA la richiesta di introdurre, nell’ambito della prossima programmazione agricola comunitaria, un intervento settoriale per il comparto lattiero-caseario italiano”. “questo strumento – ha spiegato GUARNERI – oltre a sostenere lo sviluppo del settore attraverso l’aggregazione e il raggiungimento di obiettivi congiunti relativi alla transizione ecologica e digitale, ha il grande merito di garantire una piu’ attenta ed efficace programmazione produttiva del latte e dei suoi derivati”. “solo con l’istituzione di una ocm latte potremo scongiurare che in futuro il settore si trovi nelle stesse condizioni in cui versa oggi”, ha concluso GUARNERI. “complessivamente – continua il comunicato – in italia sono oltre 400 le cooperative impegnate nel settore lattiero-caseario, con 14.000 stalle associate: fatturano 8 miliardi di euro e danno lavoro a oltre 10.000 persone”.

TAVOLO LATTE: COPAGRI, SOSTENIBILITA’ ECONOMICA AZIENDE A RISCHIO.
PUNTARE SU INTERVENTI STRUTTURALI CHE PREDILIGANO PROGRAMMAZIONE

“negli ultimi mesi si e’ registrata una significativa diminuzione del prezzo del latte alla stalla che non trova riscontro nei principali indicatori di mercato europei e internazionali e che non e’ giustificata neanche dai dati relativi alle quotazioni delle polveri, del burro e dei formaggi, cosi’ come dall’andamento della domanda globale”. lo ha sottolineato il presidente della copagri tommaso BATTISTA intervenendo all’odierna riunione del tavolo latte, svoltasi al masaf alla presenza del ministro francesco LOLLOBRIGIDA e convocata per esaminare le problematiche relative al settore lattiero-caseario. lo rende noto un comunicato stampa della copagri. “tale situazione, dalla quale emerge un divario crescente tra il valore reale del latte e il prezzo riconosciuto agli allevatori, sta creando una condizione di squilibrio che rischia di incidere sulla sostenibilita’ economica delle aziende zootecniche e di andare, di conseguenza, a compromettere la stabilita’ dell’intera filiera”, ha osservato il presidente, suggerendo di puntare su “interventi strutturali che prediligano la programmazione”. “per tali ragioni, la risposta alle cicliche e ataviche difficolta’ del comparto non puo’ che partire dalla programmazione e dalla periodica e frequente convocazione del tavolo latte, le cui attivita’, prima di oggi, erano ferme a marzo 2022”, ha ricordato BATTISTA, ad avviso del quale “riunire tutti gli attori della filiera in un consesso istituzionale e’ fondamentale per poter monitorare con continuita’ gli indicatori di mercato, andando al contempo a prevenire comportamenti potenzialmente distorsivi e, soprattutto, ragionando insieme sulla certificazione dei costi di produzione e sulla conseguente distribuzione del valore lungo la filiera”. “accanto a questo primo intervento, a nostro avviso assolutamente non sindacabile, e’ bene lavorare – ha aggiunto il presidente – per prevenire le possibili crisi di mercato, tenendo sempre ben presente che la partita si gioca sul piano comunitario; in questo senso, come piu’ volte indicato dalla copagri, una strada percorribile e’ quella di proporre a livello ue l’adozione di un programma per la riduzione volontaria della produzione, strumento che gia’ nel recente passato ha dato ottimi risultati in termini di mercato”. “invece di stanziare fondi per compensare la crisi di mercato, sarebbe auspicabile investirne una quantita’ inferiore per anticiparle, puntando su misure che vadano a indennizzare le aziende agricole che su base volontaria decidono di ridurre la produzione, diminuendo cosi’ il prodotto in circolazione e contribuendo fattivamente a contenere le crisi di mercato”, ha spiegato BATTISTA, secondo cui “in base alla stessa logica, bisognerebbe intervenire sulle aziende che, in una situazione in cui l’offerta comunitaria supera evidentemente la domanda, continuano ad aumentare la produzione, influenzando il mercato”.

TAVOLO LATTE: LEGACOOP E AGCI AGROALIMENTARE, SERVONO INTERVENTI
IMMEDIATI E OCM MODERNA PER STABILITA’ FILIERA

“legacoop agroalimentare e agci agroalimentare hanno partecipato al tavolo lattiero-caseario convocato dal masaf, portando all’attenzione del ministro e delle organizzazioni della filiera una posizione chiara: il settore lattiero-caseario italiano sta affrontando una fase di forte vulnerabilita’ e ha bisogno di misure urgenti per contenere la crisi e di strumenti strutturali in grado di garantire stabilita’ nel medio periodo”. lo rende noto un comunicato congiunto di legacoop agroalimentare e agci agroalimentare, che cosi’ prosegue: “le due organizzazione hanno evidenziato come tutte le principali componenti del settore – bovino, bufalino e ovi-caprino – stiano attraversando una fase di stress dovuta alla combinazione di instabilita’ dei mercati, calo dei prezzi, aumento dei costi e crescente pressione competitiva. in particolare, nel latte bovino la forte discesa del latte spot – sceso ai livelli minimi degli ultimi cinque anni – e l’aumento dei costi di produzione (mangimi, foraggi, energia) hanno eroso i margini degli allevatori, con effetti pesanti per chi opera fuori dalle filiere dop e non dispone di contratti stabili. anche le filiere piu’ consolidate, come grana padano, iniziano a mostrare tensioni dovute a squilibri tra produzione e domanda e alla crescita delle giacenze. ‘siamo di fronte a un lieve squilibrio tra domanda e offerta e per evitare problemi piu’ grandi e’ bene intervenire subito. per questo servono misure immediate per evitare che interi pezzi della zootecnia italiana si indeboliscano irreversibilmente. le cooperative continuano a svolgere un ruolo decisivo di presidio dei territori e chiedono una ocm latte moderna per migliorare ancora le loro prestazioni’, spiega il presidente di legacoop agroalimentare cristian MARETTI. ‘il tavolo e’ un primo confronto che sara’ accompagnato da ulteriori confronti di filiera’. MARETTI, che si complimenta per come e’ stato impostato il lavoro al tavolo, afferma: ‘abbiamo avuto la conferma che le difficolta’ di oggi e’ dovuta a un leggero eccesso della produzione e per questo vanno prese misure che abbiano come priorita’ quella di evitare speculazioni nei primi sei sei mesi del 2026. questo chiedendo anche interventi di natura promozionale verso l’estero di alcuni prodotti stagionati e di divulgazione a livello italiano’. i temi del tavolo saranno ripresi gia’ la prossima settimana ‘quando l’idea e’ quella di lavorare per arrivare a garantire un prezzo accettabile proprio nel primo semestre del nuovo anno secondo i criteri di stabilita’ della produzione’. nel corso del tavolo, le due realta’ dell’agroalimentare hanno sottolineato la necessita’ di intervenire con azioni coordinate che permettano al comparto di superare l’attuale fase critica. in primo luogo, e’ stata evidenziata l’urgenza di una stabilizzazione dei prezzi: per evitare un crollo generalizzato della redditivita’, serve un riposizionamento condiviso del prezzo del latte gia’ nel primo trimestre del 2026, accompagnato dalla possibilita’ di attivare incentivi statali o fondi di emergenza a favore delle aree e delle stalle piu’ esposte. in questo quadro si inserisce anche la proposta di introdurre un sistema a doppia fascia di prezzo, che riconosca il valore pieno al latte entro le quote assegnate e una tariffa ridotta al prodotto eccedentario, in modo da governare meglio i volumi. nel suo intervento antonello CAPUA, presidente agci agroalimentare, ha puntato i riflettori sulle criticita’ del settore bufalino: ‘il prezzo del latte bufalino e’ crollato da 2,00 a 1,50 euro al litro in pochi mesi, a causa di un eccesso di offerta e di comportamenti speculativi da parte dell’industria di trasformazione. per questo riteniamo fondamentale introdurre un bollettino ufficiale del prezzo, che oggi manca, per dare trasparenza al mercato e valorizzare anche le scorte, come il latte congelato, rendendole bancabili. al tempo stesso, servono controlli piu’ rigorosi sulle pratiche produttive scorrette che minano la qualita’ della mozzarella di bufala, come l’uso del ‘fusore’ per aumentare la resa. siamo molto preoccupati per gli effetti della recente sentenza del tar campania che apre alla possibilita’ di usare latte in polvere nella produzione: una deriva pericolosa che rischia di compromettere la reputazione del prodotto e favorire ulteriori speculazioni. chiediamo un intervento urgente del ministero per estendere il divieto previsto dalla legge 138/1974 anche al latte bufalino’. legacoop agroalimentare e agci agroalimentare hanno poi richiamato l’attenzione sulla necessita’ di definire quotazioni differenziate per filiera, riconoscendo che i costi, la domanda e i margini variano profondamente tra i diversi segmenti del lattiero-caseario. una contrattazione piu’ trasparente, fondata su parametri qualitativi chiari, sarebbe in grado di valorizzare meglio il latte destinato alle differenti trasformazioni. un altro fronte fondamentale riguarda la gestione dell’offerta, che dovrebbe puntare a una riduzione programmata della produzione nazionale. cio’ permetterebbe di riequilibrare il mercato, anche attraverso strumenti volontari o sistemi di compensazione destinati in particolare alle stalle marginali o senza ricambio generazionale. allo stesso tempo, le due associazioni chiedono di rafforzare il ruolo dei consorzi nelle azioni di gestione delle eccedenze e nelle penalizzazioni per le crescite produttive eccessive. al tavolo e’ emersa con forza anche la priorita’ di rilanciare una ocm lattiero-casearia capace di introdurre meccanismi di programmazione, flessibilita’ produttiva e strumenti anticrisi simili a quelli che hanno gia’ dato risultati positivi in altri settori come l’ortofrutta. un quadro piu’ moderno e stabile favorirebbe inoltre gli investimenti in innovazione: dall’intelligenza artificiale al monitoraggio climatico, fino agli interventi di efficientamento dei costi, strumenti indispensabili per rendere la filiera piu’ competitiva. infine, legacoop agroalimentare e agci agroalimentare hanno quindi ribadito l’importanza di rafforzare le attivita’ di promozione sui mercati interni ed esteri, valorizzando i prodotti dop e igp e sostenendo una cooperazione piu’ stretta tra gli attori della filiera. solo un’offerta italiana piu’ compatta e riconoscibile puo’ competere sui mercati globali, contrastando al tempo stesso la crescente pressione del prodotto estero. rilevanti anche le criticita’ del comparto bufalino, aggravate dalla recente sentenza del tar campania sulla ricostituzione del latte in polvere, che crea un quadro di incertezza normativa in una delle dop piu’ simboliche del paese. il settore ovi-caprino, e in particolare il pecorino romano dop, soffre invece gli effetti dell’aumento dei dazi usa e delle scorte elevate”.

TAVOLO LATTE: MARTINONI (CONFAGRICOLTURA BRESCIA), URGENTI MISURE
SOSTEGNO PER FERMARE CROLLO PREZZI E SOSTENERE COMPARTO

“si e’ svolto al ministero dell’agricoltura il primo tavolo di confronto sulla grave crisi che sta colpendo il settore lattiero-caseario, convocato per affrontare l’emergenza prezzi e individuare misure di sostegno per tutelare gli allevatori e la filiera. per confagricoltura ha partecipato il presidente della federazione nazionale di prodotto latte francesco MARTINONI, presidente onorario di confagricoltura brescia, insieme alle principali organizzazioni agricole, alla cooperazione, ad assolatte, lactalis e al ministro francesco LOLLOBRIGIDA”. lo rende noto un comunicato di confagricoltura brescia che inoltre precisa che “un nuovo confronto ristretto e’ previsto per martedi’ 9 tra le organizzazioni agricole (sara’ presente MARTINONI), assolatte e lactalis per affrontare il tema del prezzo nei primi mesi del 2026”. “dopo tre anni caratterizzati da quotazioni molto favorevoli, con prezzi del latte arrivati anche oltre i 70 centesimi al litro, il comparto sta vivendo una brusca e preoccupante inversione di tendenza. il latte spot e’ oggi sceso sotto i 40 centesimi, mentre il prezzo riconosciuto all’industria si attesta attorno ai 54-55 centesimi, con una forbice che genera forte instabilita’ e timori per il futuro. alla base della crisi vi e’ soprattutto un eccesso di offerta rispetto alla domanda, tanto a livello europeo quanto in italia. l’aumento delle produzioni, favorito negli ultimi anni da prezzi sostenuti, ha generato oggi una situazione di surplus. a questo si aggiunge la ripresa delle esportazioni dalla germania, dopo il superamento delle restrizioni sanitarie, con un incremento delle eccedenze che preme sul mercato italiano. parallelamente si registra un calo dei consumi di latte alimentare, legato alla contrazione del potere d’acquisto delle famiglie e alla situazione economica generale. l’italia, che fino a dieci anni fa importava circa il 40 per cento del proprio fabbisogno, oggi e’ sostanzialmente autosufficiente, con punte di eccedenza nel periodo invernale, quando la produzione e’ massima ma la domanda rallenta. durante l’incontro e’ stata condivisa la necessita’ di mettere in campo interventi strutturali urgenti per alleggerire il mercato e sostenere la filiera. la prima proposta e’ un impegno degli allevatori a non aumentare le produzioni nel 2026 rispetto al 2025, con la possibilita’ eventualmente di avere un doppio prezzo del latte, uno per i volumi in linea con l’anno precedente e uno inferiore per le eccedenze, al fine di disincentivare aumenti produttivi. a livello promozionale, e’ stato chiesto al ministero di rafforzare i programmi del ‘latte nelle scuole’ e le forniture per gli indigenti, oltre che attivare campagne per il consumo del latte, anche per contrastare le azioni denigratorie verso il comparto. in parallelo, servirebbe un forte sostegno all’export, per individuare nuovi mercati, incentivi alla macellazione delle vacche e alla trasformazione del latte in polvere e misure per la riduzione dei costi energetici, con l’inserimento del settore lattiero-caseario tra gli energivori”, spiega il comunicato. “il nostro obiettivo – afferma MARTINONI – e’ mantenere in equilibrio l’intera filiera. un crollo incontrollato del prezzo danneggerebbe non solo gli allevatori, ma anche l’industria di trasformazione e la distribuzione. il rischio concreto e’ che a fine anno vengano disdettati importanti quantitativi di latte, fino a 5-7 mila quintali al giorno, con effetti fortemente destabilizzanti sul mercato e sulle stalle. la speranza e’ che si possa frenare la caduta delle quotazioni, evitando che il prezzo scenda sotto la soglia critica dei 50 centesimi al litro, con un accordo per i primi tre mesi del 2026, oltre e’ difficile fare previsioni. e’ superfluo dire che siamo molto preoccupati, ma garantiamo la massima attenzione e impegno a tutela delle imprese zootecniche del nostro territorio, patrimonio fondamentale per l’agricoltura bresciana”.