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pazione e ferma opposizione alla proposta della commissione europea sulle opportunita’ di pesca nel mediterraneo per il 2026. le misure, che prevedono alcuni dei tagli piu’ drastici mai imposti, rischiano di smantellare un intero settore gia’ spinto al limite, mettendo a repentaglio migliaia di posti di lavoro, mezzi di sussistenza per le famiglie ed il tessuto socioeconomico delle comunita’ costiere dell’intera regione”, informa un comunicato di copa-cogeca, europeche e etf. “la proposta prevede drastiche riduzioni dell’attivita’ di pesca: fino al -65% di giorni di pesca in meno per i pescherecci a strascico in francia e spagna, -64% in italia; una base di riferimento di 9,6 giorni per imbarcazione all’anno, in assenza di misure compensative; nuove e severe restrizioni per i pescherecci di nasello con palangari; limiti alle catture di gamberi di profondita’; calendari di pesca aggiuntivi e restrittivi in aree chiave. questi tagli arrivano nonostante i sacrifici gia’ significativi compiuti dai pescatori per ricostituire gli stock ittici. questi sforzi sono stati riconosciuti nel rapporto fao-gfcm “state of the mediterranean and black sea fisheries” (2025)1, che rileva miglioramenti significativi ed un aumento delle popolazioni ittiche in diversi stock. tuttavia, invece di consolidare questi progressi attraverso misure equilibrate, prevedibili e socialmente giuste, la commissione propone un pacchetto che il settore considera insostenibile dal punto di vista economico. anche con il regime di compensazione proposto dalla commissione per recuperare i giorni di pesca attraverso ulteriori misure di conservazione, l’impatto in regioni come la catalogna, il mediterraneo occidentale e lo stretto di sicilia sarebbe grave e sproporzionato. secondo le parti sociali, il pacchetto proposto non e’ in linea con i piu’ recenti pareri scientifici. nonostante venga costantemente indicata come modello da seguire, la proposta della commissione europea manca di un approccio realmente olistico. altri fattori di stress ambientale rilevanti, come l’aumento della temperatura e l’acidificazione delle acque, e le attivita’ umane che hanno un impatto sugli stock ittici vengono ignorati, e la colpa sembra ricadere esclusivamente sui pescatori”, spiega il comunicato. “data la gravita’ della situazione, le parti sociali europee chiedono alla commissione europea risposte chiare: le misure elaborate per il 2026 sono state accompagnate da uno studio socioeconomico che ne valuti il potenziale impatto su lavoratori e imprese e come affrontarlo?; come puo’ l’ue, in una fase in cui competitivita’ e sovranita’ alimentare sono dichiarate priorita’, continuare a ignorare il futuro dei pescatori del mediterraneo? i pescatori forniscono proteine fresche e locali e contribuiscono all’economia marittima e all’autonomia alimentare strategica dell’europa. queste proposte compromettono tale missione; perche’ la commissione non ha proposto modifiche, sapendo che questo scenario si sarebbe ripetuto? se nessun’altra proposta era possibile grazie al piano pluriennale, perche’ la commissione non ha presentato in anticipo le modifiche necessarie? per il secondo anno consecutivo, armatori e pescatori si trovano ad affrontare una crisi identica senza soluzioni strutturali; le misure compensative sono realmente realizzabili in tutte le regioni? sebbene la proposta consenta il recupero di alcuni giorni attraverso attrezzi selettivi o nuove chiusure, cio’ non e’ possibile ovunque. cosa accadra’ al settore in quelle regioni? i pescatori avvertono che queste riduzioni equivalgono a un invito a estromettere aziende e lavoratori dal settore, accelerando un processo gia’ visibile in molte zone costiere, dove i giovani stanno abbandonando la professione e le comunita’ stanno perdendo la loro base economica. le parti sociali europee esortano la commissione ed i ministri della pesca dell’ue, che negozieranno il pacchetto finale l’11 e il 12 dicembre, ad adottare un approccio equilibrato, realistico e socialmente sostenibile. chiediamo: misure che proteggano sia le risorse marine sia il diritto delle comunita’ costiere a sostenere i propri mezzi di sussistenza; un quadro che garantisca prevedibilita’, sostenibilita’ regionale e un trattamento equo per tutte le flotte; un’assegnazione sufficiente di giorni di pesca per salvaguardare la sostenibilita’ economica, con 180 giorni all’anno come riferimento di base; l’eliminazione dei limiti di cattura per il gambero rosso di profondita’; un dialogo significativo con le parti sociali ed i pescatori sul campo, le cui conoscenze e i cui sacrifici devono essere riconosciuti e rispettati”, aggiunge il comunicato. “i pescatori hanno fatto e stanno facendo la loro parte: modernizzando le flotte, adottando metodi di pesca innovativi e adattabili e rispettando rigorosi divieti e riduzioni. ora e’ il momento che l’ue si assuma le proprie responsabilita’: proteggere le donne e gli uomini che nutrono l’europa e preservare le comunita’ che dipendono dal mare. e’ un sos per il settore della pesca nel mediterraneo”, concludono le parti sociali della pesca.

