“THE ECONOMIST”: TRATTARE LA CARNE BOVINA COME IL CARBONE INCIDEREBBE NOTEVOLMENTE SUI GAS SERRA

(riproduzione riservata)

“the economist” pubblica un articolo in cui, citando una serie di studi, ribadisce che, qualsiasi sia il tipo di conteggio utilizzato, ovvero tenendo conto o meno della deforestazione che ne deriva; delle emissioni derivanti dal trasporto o dall’imballaggio o di analoghe considerazioni, l’agricoltura da’ un contributo significativo alle emissioni di gas serra e, in questo ambito, la quota principale deriva dall’allevamento di carne bovina. fortunatamente, pero’ – osserva “the economist” – “il metano si dissipa in modo relativamente veloce, il che significa che le passate emissioni di bovini smettono presto di riscaldare il pianeta se gli animali (che lo producevano) non vengono sostituiti”. “un tale cambiamento – prosegue l’articolo – potrebbe anche aumentare la produzione di alimenti a base vegetale, rendendo disponibile per altre colture la terra ora utilizzata per coltivare mangimi per animali. ci vogliono 33 calorie vegetali per produrre una caloria di manzo”. “il modo piu’ semplice per ridurre la produzione di carne bovina – argomenta “the economist” – e’ che le persone mangino invece altri animali o diventino vegetariane. ma convincere i carnivori a rinunciare ai loro hamburger e’ un compito arduo. fortunatamente, le carni coltivate in laboratorio si stanno spostando dai laboratori ai ristoranti di fascia alta. fare a meno della carne di bovini vivi e’ difficile da immaginare, ma lo stesso valeva per il carbone 100 anni fa. la carne coltivata potrebbe svolgere un ruolo essenziale per evitare una catastrofe climatica”, conclude l’articolo.